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Bruxelles, l’Fbi informò sei giorni prima della strage. Ma…

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l’aeroporto resterà chiuso anche mercoledì

Bruxelles, l’Fbi informò sei giorni prima della strage. Ma la polizia belga smentisce

Il 16 marzo scorso, sei giorni prima della strage del 22 marzo, l’Fbi aveva trasmesso alla polizia olandese informazioni sui precedenti penali dei fratelli kamikaze, Ibrahim e Khalid El Bakraoui, i due terroristi che si sono fatti saltare nella metro e all’aeroporto di Bruxelles. Lo scrivono i siti di Le Soir e Derniere Heure, secondo cui il giorno dopo, 17 marzo, vi fu un contatto diretto fra le polizie di Paesi Bassi e Belgio, stando alle dichiarazioni del ministro della Giustizia olandese Ard van der Steur che ha parlato oggi alla Camera dei rappresentanti dell’Aja. L’Fbi - ha detto il ministro - aveva informato dei precedenti penali di Ibrahim e di quelli radicali e terroristi di Khalid.

Ma dal Belgio arriva una secca smentita. La polizia giudiziaria federale (Pjf) belga «non ha ricevuto alcuna informazione sui fratelli El Bakraoui» da parte dell'Fbi il 16 marzo ed anche il giorno dopo, in occasione di una visita di lavoro da parte di un membro della polizia olandese, non è stata data alcuna comunicazione su informazioni date dagli Stati Uniti alla polizia olandese: lo ha affermato il direttore generale della Pjf, Claude Fontaine, in risposta alle dichiarazioni di senso opposto fatte dal ministro della Giustizia olandese, Ard Van der Steur, davanti al Parlamento dei Paesi Bassi.

Aeroporto di Bruxelles chiuso anche mercoledì
Lo scalo internazionale di Bruxelles anche domani resterà chiuso al traffico passeggeri. Lo rende noto l'agenzia Belga citando un comunicato della società aeroportuale. Oggi è stato condotto un test per verificare il funzionamento delle strutture d'emergenza per la riapertura parziale dello scalo.

Intanto tutte le 32 vittime degli attentati di Bruxelles sono state identificate. Si tratta di 17 cittadini belgi e 15 stranieri. Lo ha comunicato la procura federale belga.

È ancora caccia all’uomo con il cappello
Ed è ancora caccia all’uomo con il cappello ripreso dalle telecamere dell’aeroporto colpito, il terzo sospetto terrorista che compare nelle foto degli attentatori di Zaventem. L’uomo non è il freelance Faysal Cheffou, tra gli arrestati giovedì scorso. Il giornalista è stato rilasciato pur restando per il momento incriminato - hanno riportato i media belgi - per tutti i capi di accusa che gli erano stati contestati, ovvero: partecipazione ad attività terroristiche, omicidio e tentato omicidio terrorista. Il motivo è che non ci sono abbastanza prove contro di lui.

Nel video che è stato pubblicato ieri si vede l'uomo che indossa un cappello scuro e una giacca bianca, mentre spinge un carrello con un'enorme valigia attraverso la hall delle partenze, accanto ai terroristi che qualche minuto dopo si faranno saltare in aria, i kamikaze Ibrahim El Bakraoui e Najim Laachraoui, che però nel nuovo video sono oscurati. «È un nuovo video che non era stato diffuso prima» ha detto un portavoce della procura.

Nyt: l’”armata” Isis era già in Europa dal 2014
Dall’America arriva un’altra notizia. L' “armata” jihadista dell'Isis era già presente in Europa all'inizio del 2014, mesi prima che Abu Bakr al Baghdadi proclamasse la nascita del Califfato. Lo scrive il New York Times, citando fonti di intelligence e giudiziarie europee e statunitensi. Oltre a porre le basi per il radicamento del network terroristico, i jihadisti hanno compiuto alcuni attacchi per “testare” la capacità di reazione delle forze di sicurezza. Tra questi, il Nyt annovera l'assalto al museo ebraico di Bruxelles del maggio 2014 (4 morti), “derubricato” dalle autorità come il gesto compiuto da uno squilibrato. L'attentatore, Mehdi Nemmouche, aveva invece intensi contatti con Abdelhamid Abaaoud, “mente” degli attacchi di Parigi.

El Bakraoui usò l’identità di un ex calciatore dell’Inter
Tra l’altro emerge anche la notizia che Khalid El Bakraoui, l'attentatore della metro di Bruxelles, ha usato l'identità di un ex calciatore dell'Inter, Ibrahim Maaroufi, per affittare un appartamento divenuto un covo del commando delle stragi di Parigi. Lo ha riferito Sky TG24 HD citando proprie fonti. Maaroufi, un centrocampista belga-marocchino, ha giocato in Italia con le maglie di Inter, Vicenza e della Paganese ma da dicembre è in forza allo Schaerbeek, la squadra del quartiere di Bruxelles in cui vivevano i fratelli El Bakraoui.
Khalid El Bakraoui è transitato dall'Italia a fine luglio 2015, prima di raggiungere Atene. Poco più di un mese dopo, il 3 settembre, El Bakraoui ha affittato per un anno un appartamento in Rue de Fort a Charleroi sotto un falso nome, quello di Ibrahim Maaroufi.

Il 9 dicembre dello scorso anno la polizia belga ha effettuato una perquisizione all'interno di quell'appartamento, non trovando né armi né esplosivo, ma le impronte digitali della “mente” delle stragi in Francia Abaaoud e di Bilal Hadfi, il giovane terrorista che si è fatto esplodere a Parigi all'esterno dello Stade de France.

Maaroufi, nel 2014 è tornato per la terza volta in Italia raggiungendo un accordo con la Paganese, squadra del Salernitano attualmente in Lega Pro. Nella stessa provincia, a Bellizzi, sabato era stato arrestato un algerino accusato di aver procurato documenti falsi agli attentatori di Bruxelles. Le autorità italiane stanno verificando in che modo il terrorista si sia impossessato dell'identità del calciatore.

Passaggio in Italia per un kamikaze
Si apprende intanto che Khalid El Bakraoui, il kamikaze della stazione della metropolitana di Maelbeek di Bruxelles, è transitato nell'estate del 2015 in Italia, diretto in Grecia. Gli uomini dell'antiterrorismo, secondo Sky TG24, hanno ricostruito i suoi spostamenti: il 23 luglio 2015 alle ore 8:25 Khalid El Bakraoui atterra all'aeroporto di Treviso con un volo Ryanair proveniente da Bruxelles. Il biglietto era stato acquistato con carta di credito da un altro uomo: Abderahman Benamor. Al momento del check-in a Bruxelles El Bakraoui si registra con un documento di identità belga. Il giorno dopo, 24 luglio 2015, il nominativo di Khalid viene registrato su un volo Volotea partito dall'aeroporto Marco Polo di Venezia alle 6 con destinazione Atene. La notte tra il 23 ed il 24 luglio il terrorista pernotta presso l'hotel Courtyard by Marriott Venice Airport di Venezia

. Dunque a fine luglio 2015 Khalid El Bakraoui transitava dall'Italia diretto in Grecia, pochi giorni più tardi - l’1 agosto 2015 - Salah Abdeslam veniva avvistato nel porto di Bari diretto a Patrasso. E sempre in Grecia, in un appartamento di Atene abitato da Abbaoud, è stata trovata la mappa dell'aeroporto di Bruxelles.

Sempre a Bruxelles tra il 2011 e il 2014 è vissuto Reda Kriket, il terrorista fermato nella banlieue parigina di Argenteuil giovedì sera con un arsenale in casa, pronto a un attacco a Parigi. Questo 34enne francese, riportano alcuni media, in quel periodo si legò al predicatore radicale Khalid Zerkani, prima di recarsi in Siria.

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