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La disputa non frena i rapporti Ue-India

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Asia e Oceania

La disputa non frena i rapporti Ue-India

  • –Beda Romano

BRUXELLES

Il governo indiano e l’Unione europea hanno avuto ieri il loro 13mo vertice bilaterale, dedicato anche all’annosa vicenda dei due militari italiani accusati in India di omicidio. Su questo fronte, le parti hanno voluto raffreddare gli animi, ribadendo il desiderio di una soluzione nell’ambito delle Nazioni Unite. Il summit è servito anche a rilanciare i negoziati su un accordo commerciale, con l’annuncio di un prestito europeo in vista della costruzione di una metropolitana nell’Uttar Pradesh.

In un comunicato, le parti hanno espresso «fiducia nella procedura di arbitrato» che riguarda Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «nel quadro della convenzione Onu sul diritto del mare». Sia l’Italia che l’India «contribuiranno a risolvere il caso in questo modo». La Ue, si legge sempre nel comunicato, «condivide le preoccupazioni italiane sulla necessità di trovare una soluzione rapida». L’India ha invece sottolineato «la necessità che sia resa la dovuta giustizia alle famiglie dei pescatori indiani uccisi».

Nel 2012, al largo delle coste indiane in occasione di una missione contro le navi pirata in quella regione, due fucilieri di marina uccisero due pescatori. Dopo lunghe trattative, India e Italia si sono trovate d’accordo per affidare la controversia a un arbitrato internazionale. Ai colloqui di ieri hanno partecipato oltre al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, anche l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini.

Per parte indiana era invece presente il primo ministro Narendra Modi. Il vertice - che per scelta indiana non è stato seguito da conferenza stampa - è stato l’occasione per rafforzare l’impegno reciproco nella lotta anti-terrorismo. Le parti si sono poi date obiettivi specifici da qui al 2020. Tra le altre cose, c’è il desiderio di «rafforzare il dialogo» tra le piccole e medie imprese europee e indiane e di creare «sinergie» nel campo della tecnologia dell’informazione.

Sempre sul fronte prettamente economico, la Banca europea degli investimenti ha deciso di rafforzare il suo impegno in India, annunciando un prestito del valore di 450 milioni di euro in vista della costruzione di una linea di metropolitana a Lucknow, la capitale dell’Uttar Pradesh. «Si tratta – ha detto Werner Hoyer, il presidente dell’istituzione comunitaria – del più importante impegno finanziario della Bei in India». La banca ha anche deciso di aprire un proprio ufficio regionale in India.

Le parti stanno negoziando dal 2007 un ampio ma difficile accordo commerciale. Come spiegava ieri un esponente comunitario, l’Unione europea vuole garanzie in campo farmaceutico, automobilistico e nella difesa delle indicazioni geografiche, mentre l’India punta sul libero accesso al mercato europeo dei servizi: «Ci sembra che Modi sia più costruttivo dei suoi predecessori. Vuole dare all’India un profilo più elevato sul piano internazionale, ed è quindi pronto al compromesso».

L’Unione è il primo partner commerciale dell’India. Rappresenta il 13% dell’interscambio indiano. A titolo di confronto, la Cina pesa per il 9,6%, gli Stati Uniti per l’8,5%. Sul fronte opposto, l’India è il nono partner commerciale della Ue. Nel 2015, i Ventotto hanno esportato verso il paese asiatico merci per 38,1 miliardi di euro. I colloqui di ieri sono avvenuti mentre la società indiana Tata Steel ha annunciato la vendita delle sue attività siderurgiche in Gran Bretagna, mettendo a rischio 15mila posti di lavoro e provocando molti timori oltre Manica.

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