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Da Singapore a Seul costo della vita in calo

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Da Singapore a Seul costo della vita in calo

A Seul, una bottiglia di rosso costa 25 dollari. L’anno scorso, in media, ne costava quasi 28. Per non parlare della benzina: in un anno un litro di senza piombo è sceso da 1,72 a 1,25 dollari. Anche a Singapore, che è in assoluto la città più cara al mondo, i prezzi sono in discesa: per un chilo di pane l’anno scorso ci volevano 3,54 dollari, mentre oggi bastano 20 centesimi in meno.

Il mondo sta diventando meno caro? In un certo senso sì, ricordano gli esperti dell’Economist Intelligence Unit, che ogni anno stilano la classifica delle città più care, dalla West Coast americana fino all’Estremo Oriente. Al netto di chi sale e chi scende rispetto al 2014, un dato spicca chiaro su tutti: l’indice medio del costo della vita nelle metropoli mondiali, cinque anni fa, era di 87,8 punti (con New York a fare da benchmark a quota 100), mentre nel 2015 appena concluso è stato di 71,5 punti. Significativamente più basso.

È la crisi, bellezza? Non solo. A restringere i prezzi è stato un insieme di cose, e non è detto che tutte siano buone notizie. Va bene la vita che costa meno, ma a quale prezzo economico complessivo? Una parte della responsabilità dell’abbassamento generale è il crollo del prezzo della benzina e delle altre commodity. Poi c’è la paura per lo sboom cinese, cui va aggiunta la crisi di credibilità (e di Pil) in cui versa l’America Latina nel suo complesso. C’è lo spettro della deflazione nella Ue. L’apprezzamento del dollaro. E, non ultima, la concorrenza tra canale online e quelli della distribuzione più tradizionale, che favorisce la corsa al ribasso sui beni di largo consumo.

Il risultato di questo cocktail internazionale è un generale abbassamento del costo della vita. Più marcato a certe latitudini: Parigi, per esempio, è scesa di tre posizioni nella classifica Eiu e non è più sul podio delle tre città più care al mondo; a San Pietroburgo addirittura i prezzi in un anno sono crollati del 40%, tanto che ora - ironia della sorte - la vita nella più chic delle città russe costa tanto quanto nella ribelle Kiev, la capitale di quell’Ucraina che Mosca voleva conquistare.

Nella top ten delle metropoli più care al mondo non c’è nessuna italiana, ma spiccano parecchie europee: Zurigo seconda, Ginevra quarta, Parigi quinta, Londra sesta e Copenhagen ottava. In ogni caso, tutte le 28 città del Vecchio Continente mappate dall’Eiu hanno visto il costo della vita calare nel 2015. Aumentano invece in generale i prezzi nelle città a stelle e strisce, dove lo shale oil tiene sì bassa la spesa per le materie prime, ma il superdollaro fa da contrappeso e oltre. Mentre la svalutazione dello yen ha reso Osaka e Tokyo due città decisamente più economiche di un tempo.

Per il resto, molto dipende dalla singola categoria di beni. Singapore, la più costosa al mondo, costa il 26% in meno di Tokyo e il 28% in meno di Hong Kong per le torte e i pasticcini, ma per comprare un auto o viaggiare su un mezzo pubblico non c’è città più cara di questa. Tra le dieci metropoli meno abbordabili al mondo Seul è nona, eppure un chilo di pane lì costa oltre 12 euro, contro i 3,4 della prima classificata, Singapore appunto. In compenso, nella capitale coreana le sigarette sono particolarmente economiche: solo 3,7 dollari al pacchetto, contro gli oltre 14 dollari di Londra. Tasse e dazi invece favoriscono chi beve vino a Ginevra - poco più di otto dollari alla bottiglia - ma non chi vive a Los Angeles, dove per la stessa bottiglia si pagano 23 dollari e mezzo. La capitale in assoluto più economica al mondo? Lusaka, nello Zambia. Dove però il Pil procapite è di 4.300 dollari all’anno e le aspettative di vita non superano i 52 anni di media.

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