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Grecia, negoziati ripresi dopo le rivelazioni di Wikileaks sul Fmi

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lagarde: lontani da un accordo

Grecia, negoziati ripresi dopo le rivelazioni di Wikileaks sul Fmi

Nonostante le parole di fuoco, le accuse e le controaccuse in seguito alla rivelazioni di Wikileaks su una conversazione telefonica del responsabile Europa del Fmi in relazione alla conduzione del negoziato fra creditori e Grecia, oggi sono riprese le discussioni a livello tecnico tra i rappresentanti dei creditori e il governo ellenico ad Atene. In un albergo della capitale da una parte i rappresentanti della Troika più European Stability Mechanism, (il fondo Esm i cui “padroni” sono i governi della zona euro), dall'altra parte il ministro delle Finanze Euclide Tsakalotos. Al centro dei colloqui una nuova revisione dei progressi greci nel rispettare gli impegni presi nell'ambito del bailout dell'estate scorsa. Lo scoglio del negoziato è costituito sempre dalla dimensione delle misure di bilancio, compresi i risparmi derivanti dalla riforma delle pensioni.

Il “quartetto” dei creditori (Commissione, Bce, Fmi e Esm) chiede un intervento di 5,4 miliardi di euro, ma il governo è sottoposto a una forte pressione dell'opinione pubblica che si è concretizzata in tre scioperi generali in quattro mesi. La situazione è peggiorata con le rivelazioni di Wikileaks nel fine settimana: nel corso di una conversazione telefonica, il responsabile del dipartimento Europa Paul Thomsen, ha lamentato la lentezza del negoziato con Atene, le reticenze europee ad accettare una riduzione del debito ellenico e che la Commissione si sia schierata con la Grecia. Di qui l'evocazione di uno scenario di fallimento.

È noto che da sempre il Fondo monetario ritiene indispensabile un taglio del debito pubblico greco e proprio questo è un punto fondamentale dal quale dipende se il Fmi parteciperà o meno al nuovo programma di aiuti ad Atene da 86 miliardi. In questo senso, le valutazioni dell'esponente del Fondo monetario sono indirizzate più all'Eurogruppo e in particolare alla Germania che si oppone a una soluzione radicale sul debito ellenico.

Più rapido sarà l'accordo sulla conclusione della verifica delle riforme e delle misure attuate e da attare nel corso dell'anno prima comincerà il confronto sull'alleggerimento del debito attraverso un ulteriore allungamento delle scadenze e del periodo di grazia.
Dalla conversazione telefonica di Thomsen emerge che il Fmi non esclude il fallimento della Grecia se il negoziato dovesse prolungarsi fino all'estate. Ciò perché i governi europei non sarebbero in grado di prendere alcuna decisione prima del referendum britannico sulla permanenza nell'Unione europea (previsto il 23 giugno).

E certamente l’eventualità di una Brexit associata al fallimento del negoziato greco e a una Grexit suona come una concomitanza di eventi nefasti che metterebbero a dura prova le capacità di resilienza dell’Unione europea e dell’area della valuta unica, l’Eurozona. Tuttavia il rischio sembra non smuovere di un millimetro proprio la Germania che attraverso Martin Jaeger, portavoce del ministro delle finanze, Wolfgang Schaeuble, ha ribadito che un taglio del debito, tecnicamente denominato “haircut”, «al momento è fuori questione». Jaeger ha aggiunto di sperare che la revisione possa essere completata entro la fine di aprile.

In una lettera inviata al primo ministro greco Alexis Tsipras, il direttore dell'Fmi Christine Lagarde ha intanto smentito che il Fondo, come emergerebbe dalle trascrizioni, intenda minacciare di ritirarsi dal piano di salvataggio della Grecia come tattica di pressione contro Atene. Tuttavia «siamo ancora lontani da un accordo sul debito della Grecia» ha scritto Lagarde in una lettera inviata al premier greco Alexis Tsipras. Quest'ultimo in una missiva aveva a sua volta chiesto alla numero uno del Fmi di fare chiarezza sulle rivelazioni di Wikileaks, secondo le quali il Fondo sarebbe pronto ad uscire dal piano di Atene se la Germania non concederà una riduzione del debito ellenico.

«Ogni speculazione sulle tattiche negoziali dello staff del Fmi - ha aggiunto Lgarde nella lettera a Tsipras - è una sciocchezza. Il Fondo agisce in buona fede, non attraverso minacce. E non comunica attraverso fuga di notizie». Secondo il direttore del Fondo, riconfermato di recente per altri cinque anni di mandato, «è necessario portare i negoziati in corso ad una rapida conclusione, per il bene del popolo greco». Serve però «fiducia reciproca» e «l'incidente di questo fine settimana - aggiunge in riferimento alle rivelazioni di Wikileaks - mi preoccupa. Ho comunque deciso di permettere al nostro team di tornare ad Atene per continuare le discussioni. È fondamentale però - è la conclusione della Lagarde nella lettera - che le vostre autorità rispettino la privacy delle discussioni interne di questo team e prendano le necessarie misure per garantire la personale sicurezza dei suoi componenti».

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