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Migranti, dalla richiesta d’asilo alle quote per Paese: tutti i…

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Migranti, dalla richiesta d’asilo alle quote per Paese: tutti i nodi dell’accordo Ue-Turchia

L'accordo per il rimpatrio dei migranti dalla Grecia in Turchia ha numerosi punti deboli. La premessa è che ogni rimpatrio deve fare i conti con il diritto da parte del cittadino migrante - qualora ne abbia i requisiti - di chiedere la domanda d’asilo. Accanto a questa possibilità, al cittadino migrante va poi garantito anche il diritto di potere fare ricorso se la domanda d’asilo non è stata accettata.

Si tenga presente che nel 2015 la Grecia ha visionato 2mila domande di asilo ora però sono circa 52mila i migranti che sono rimasti intrappolati nel paese dalla chiusura della via balcanica: saranno quindi necessari uffici e competenze per rispondere mediamente a 2mila domande alla settimana.

L’accordo di Bruxelles prevede che a ciascun rimpatrio corrisponda la possibilitàper un profugo siriano di poter raggiungere un Paese dell'Unione europea direttamente dalla Turchia (fino ad un massimo di 70mila profughi). Questa norma, che vorrebbe stroncare il ricorso ai trafficanti di uomini, si potrebbe scontrare sul rifiuto di alcuni paesi membri della Ue, soprattutto della zona dell'est Europa o dei paesi di Visegrad, di accettare le quote di profughi di competenza. O di sottoporre a referendum, come ha annunciato l'Ungheria di Victor Urban, la decisione di accettare i profughi paralizzando ancora una volta l'intesa faticosamente raggiunta.

Un ulteriore elemento di fragilità risiede nella reale capacità della Turchia di gestire altri profughi dato che si dovrebbero aprire nuovi campi di accoglienza in un paese che già ne accoglie almeno 3milioni da più di cinque anni. Oltre alle difficoltà logistiche e di gestione di una massa così ingente di profughi che solo recentemente hanno avuto il permesso di lavorare in Turchia sebbene con alcune limitazioni, c'è il problema della estrema volatilità della politica estera di Erdogan che potrebbe usare i profughi come un'arma se il suo governo non dovesse raggiungere alcuni obiettivi, ad esempio l'abolizione dei visti per i cittadini turchi, o sentirsi infastidito dalle numerose critiche sul terreno del rispetto dei diritti umani, della libertà di stampa o delle minoranze, da parte dell'Europa.

L'accordo sui migranti, voluto fortemente dalla Cancelliera Merkel, potrebbe essere la prima vittima nel caso la Turchia vedesse messo in pericolo la sua immagine internazionale da critiche europee o non venisse rispettata, magari da un veto del Parlamento europeo, l'abrogazione dei visti per i cittadini turchi in procinto di entrare nella Ue. Tutte ipotesi realistiche che metterebbero a rischio l'accordo appena siglato, sebbene i giornali turchi di oggi a proposito della gestione dei profughi e migranti abbiamo titolato: “Abbiamo gli occhi del mondo puntati su di noi”. Ma come sappiamo l'attenzione dei media internazionali non dura in eterno.

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