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Libia, il governo di Tripoli cede il potere al premier designato Sarraj

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inviato onu in missione

Libia, il governo di Tripoli cede il potere al premier designato Sarraj

L’inviato Onu per la Libia Martin Kobler è arrivato oggi a Tripoli. «Appena arrivato a Tripoli - ha scritto lo stesso Kobler su Twitter - prima visita dall’arrivo del Consiglio presidenziale». Il Consiglio presidenziale libico guidato dal premier designato Fayez al Sarraj è giunto mercoledì scorso, via mare, a Tripoli. «Emozionato di essere qui», ha scritto Kobler, che il 23 marzo scorso aveva denunciato sempre in un tweet che gli era stato impedito di recarsi nella capitale libica. Kobler ha incontrato il premier designato Serraj e i membri del consiglio presidenziale. «Sono molto contento di essere qui per discutere di come andare avanti», ha scritto Kobler su Twitter postando le foto dell'incontro.

Le autorità di Tripoli del governo di salvezza nazionale di Khalifa al Ghwell - non riconosciute a livello internazionale - hanno annunciato di lasciare il potere, cedendolo al governo di unità nazionale di Sarraj. In una nota diffusa stasera il governo di Tripoli ha affermato di cessare la propria attività.

Tripoli in questi giorni è stata anche sede di trattative con la Turchia, che sta conducendo una mediazione tra il Consiglio presidenziale guidato da Faeyz al Sarraj e il Gran Muftì al Sadeq al Gheriani, autorevole religioso che sostiene il governo islamico di Tripoli. A rivelarlo è lo stesso inviato della Turchia in Libia, Amrallah Ishlar, il quale ha confermato il sostegno di Ankara al Consiglio di presidenza libico recentemente insediatosi a Tripoli come riporta il sito libico al Wasat. Nel corso di una conferenza stampa, lunedì sera, al termine della sua visita nella capitale libica, il funzionario turco ha confermato di aver incontrato il presidente del Consgresso nazionale (Parlamento di Tripoli) Nouri Abu Hahimin e i notabili della «Casa della Fatwa guidati da al Gheriani» oltre che con il Consiglio presidenziale «per discutere i modi per risolvere la crisi». «Noi sosteniamo il dialogo nazionale e il tentativo di tutte le parti di arrivare ad una riconciliazione», ha detto Ishlar prima di aggiungere: «È evidente a tutti che il problema in Libia è politico e per questo la soluzione deve essere politica».

Oggi il ministero degli Esteri tunisino ha annunciato la riapertura della propria ambasciata e del consolato a Tripoli a dimostrazione del sostegno al governo di unità nazionale del premier Serraj. Tunisi aveva chiuso la missione diplomatica nella confinante Libia nel luglio del 2014 quando la coalizione di milizie islamiste Fajr Libia (Alba della Libia) aveva preso il controllo di Tripoli, rendendo di fatto la situazione della sicurezza molto precaria nella regione. La decisione di riaprire le missioni diplomatiche in Libia, spiega un comunicato, tiene conto delle relazioni storiche di amicizia tra il popolo tunisino e quello libico e dimostra l'impegno della Tunisia di sostenere la Libia. Questa decisione ha anche lo scopo di preservare gli interessi dei cittadini tunisini in Libia e contribuirà allo sviluppo delle relazioni di cooperazione tra i due paesi in vari settori, conclude il comunicato.

Accanto all’intricata questione politica il flusso delle partenze dei migranti ha ripreso a crescere. A questo proposito il ministro dell’Interno Angelino Alfano, in una intervista rilasciata al Financial Time, ha dichiarato che «l'Unione Europea deve far sentire la sua voce e trovare accordi non solo con la Turchia sul fronte immigrazione, ma anche con quei Paesi africani da cui si concentra il flusso verso l'Italia». Alfano invoca «maggiore unità d'azione in seno all'Ue in materia di rimpatri di irregolari». E aggiunge: «L'Europa è stata in grado di trovare risorse quando è stato urgente, e mi riferisco alla Turchia».

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