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Migranti, la Commissione Ue vuole riformare il diritto d’asilo

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Migranti, la Commissione Ue vuole riformare il diritto d’asilo

BRUXELLES - La Commissione europea ha presentato stamani qui a Bruxelles possibili opzioni di riforma della politica di asilo in Europa. La questione è politicamente molto controversa, dopo che negli ultimi anni centinaia di migliaia di persone sono arrivate nell'Unione per mare e a piedi dal Vicino Oriente o dal Nord Africa. Il tentativo dell'esecutivo comunitario è di alleviare la pressione migratoria sui paesi dell'Europa meridionale, Grecia e Italia in testa.

Attualmente, il cosiddetto Principio di Dublino prevede che responsabile della domanda di asilo sia il paese di primo arrivo. Nel corso degli ultimi anni, questo principio ha messo sotto enorme pressione i paesi del Mediterraneo. Nei fatti, adottando nel 2015 forme di ricollocamento e di reinsediamento dei profughi in tutta Europa, i Ventotto hanno messo in dubbio questo principio. Sulla scia di questa scelta, la Commissione europea ha proposto oggi due diverse opzioni di riforma.

La prima prevede che “l'attuale criterio nell'allocazione della responsabilità dell'asilo venga confermato, ma associandolo a un meccanismo strutturale di ricollocamento d'emergenza e di redistribuzione, da far scattare in circostanze specifiche, quando un paese membro è sottoposto a una pressione sproporzionata”. La seconda opzione, più radicale, prevede invece “un nuovo meccanismo di collocamento dei richiedenti asilo sulla base di una chiave permanente di distribuzione”.

Il criterio di distribuzione tra i Ventotto si baserebbe, sempre secondo le linee-guida della Commissione europea, sulla taglia, la ricchezza e la capacità di assorbimento dei singoli paesi membri. “La responsabilità – si legge nella documentazione pubblicata stamani dall'esecutivo comunitario – non sarebbe più legata al luogo di primo ingresso” della persona. Nel lungo termine, Bruxelles prospetta la possibilità di trasferire la responsabilità di gestire le politiche di asilo a una istituzione europea.

In un primo tempo, la Commissione avrebbe voluto presentare d’emblée una riforma del Principio di Dublino, ma il tema è talmente delicato che ha preferito per ora alimentare il dibattito tra i Ventotto presentando diverse opzioni da discutere con i governi. Pur approvate dai paese membri alla maggioranza qualificata, le operazioni di ricollocamento di 160mila profughi stanno andando a rilento. Molti paesi trascinano i piedi. Secondo gli ultimi dati, solo 581 migranti sono stati ricollocati in giro per l'Europa.

Nel tentativo disperato di fermare gli arrivi di persone provenienti dalla Siria, dall'Irak o dall'Afghanistan i Ventotto hanno firmato con la Turchia alla fine di marzo un complesso accordo che prevede il ritorno verso il territorio turco dei migranti arrivati in Grecia. Nel contempo, l'intesa prevede il reinsediamento verso l'Europa dei siriani attualmente in Turchia.

Il piano è controverso. Provoca in molti osservatori dubbi giuridici e operativi.
E' difficile prevedere la reazione dei Ventotto, che dovranno dare il loro benestare. Le due opzioni comunitarie - la prima più graduale, la seconda più strutturale – saranno accolte positivamente da molti paesi, ma rischiano di essere criticate da coloro che si oppongono a ogni forma di ricollocamento dei richiedenti asilo, come alcuni paesi dell'Est. Gli stessi recenti attentati di matrice islamista hanno rafforzato la mano di coloro che fanno un legame tra terrorismo e immigrazione.

Nel quadro di una riforma della politica migratoria europea, la Commissione europea ha anche sottolineato la necessità di riformare l'immigrazione in Europa dei migranti economici; di armonizzare le procedure di asilo; di rafforzare la legislazione relativa alla banca dati di impronte digitali Eurodac; di mettere a punto una nuova procedura di reinsediamento in Europa per quelle persone che bisognose di protezione internazionale sono ancora sul territorio di paesi terzi.

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