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A Vienna soffia il vento degli xenofobi

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A Vienna soffia il vento degli xenofobi

L'Austria, in fase pre-elettorale dominata dall'emergenza migranti, insiste: il governo «è deciso a chiudere il passaggio del Brennero, se sarà necessario», ha ribadito il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz (partito popolare Oevp).

Secondo il giovane capo della diplomazia austriaca, l’Italia non può permettersi di far passare i profughi senza controlli. E il calo del numero dei rifugiati dopo la chiusura della rotta dei Balcani dimostra che a tutte le crisi si può dare risposta.

Il 24 aprile a Vienna si va al voto a suffragio universale per rinnovare il presidente della Repubblica Heinz Fischer: il 22 maggio ci sarà il ballottaggio. L’ex capo dei Verdi Alexander van der Bellen, è in testa nei sondaggi (24% secondo la società Ogm) inseguito a ruota dal liberalnazionale Norbert Hofer (22%) , uno dei seguaci di Joerg Haider. Al terzo posto per ora c’è l’indipendente Irmgard Griss, (21%), mentre il socialdemocratico Rudolf Hundstorfer, (17%) e il cristiano sociale Andreas Kohl si colloca appena al 13 per cento.

L’anno scorso sono passati 700mila migranti in Austria e ci sono state 80mila domande di asilo .Per non perdere consensi ecco che si vara un tetto alle richieste di asilo che non potranno essere più di 35mila all’anno.

Inoltre Vienna ha un altro problema irrisolto che mette a rischio la sua tripla A. Sette anni dopo il piano di salvataggio di Hypo Alpe Aldria Bank, gli investitori privati e i politici austriaci sono ai ferri corti sulla decisione di chi deve pagare il conto del fallimento della banca della Carinzia, la regione che ai tempi di Joerg Haider, doveva diventare un centro finanziario. E’ andata diversamente e ora mentre l'Hypo Group non c'è più, Heta, la “bad bank”, progettata per risolvere la situazione è diventata a sua volta un problema da quando ha reso noto di avere in pancia un buco di 7 miliardi di euro.

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