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Bruxelles cauta: solo informazioni preliminari

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Europa

Bruxelles cauta: solo informazioni preliminari

  • –Beda Romano

STRASBURGO

La Commissione europea ha avuto un atteggiamento interlocutorio dinanzi alle informazioni rimbalzate da Roma e relative alla nascita di un fondo interbancario da sei miliardi di euro con il quale ricapitalizzare le banche italiane più fragili. L’esecutivo comunitario è in contatto con il governo italiano per capirne le modalità precise. Non è ancora chiaro, agli occhi di Bruxelles, se l’ambiziosa operazione sia compatibile con le regole sugli aiuti di Stato.

«Abbiamo letto le notizie di stampa – ha detto ieri Alexander Winterstein, il portavoce della Commissione –. Abbiamo solo informazioni preliminari e non siamo in grado di fare una analisi compiuta. Siamo comunque in stretto contatto con il governo italiano». Lo stesso portavoce ha ricordato le regole sugli aiuti di Stato. In caso di operazione con denaro pubblico, lo Stato deve notificare la scelta a Bruxelles. «In questo caso, l’Italia non ha notificato la Commissione (…) e non siamo in misura di commentare».

All’inizio di questa settimana, dopo lunghe riunioni ministeriali, è nato in Italia un fondo da sei miliardi di euro, denominato Atlante, che il sistema bancario utilizzerà per rafforzare il sistema creditizio. Secondo le informazioni raccolte a Roma, il fondo verrà finanziato dai gruppi assicurativi, dalle fondazioni bancarie e dagli istituti di credito. All’operazione parteciperebbe anche la Cassa Depositi & Prestiti con circa 500-600 milioni di euro (si veda Il Sole24 Ore di ieri).

Le regole comunitarie prevedono particolare analisi da parte della Commissione europea non solo nei casi di operazione con denaro pubblico, ma anche nei casi in cui l’uso del denaro privato sia imposto d’autorità dal governo nazionale. In altre parole, una volta appurato che il fondo interbancario Atlante è finanziato da denaro privato, è importante agli occhi dell’esecutivo comunitario che vi sia partecipazione pienamente volontaria da parte dei partecipanti, per evitare distorsioni al mercato.

Alla fine dell’anno scorso, la stessa Commissione bocciò il salvataggio della banca Tercas da parte del Fondo interbancario per la tutela dei depositi perché questo intervenne su richiesta del governo (si veda Il Sole24 Ore del 24 dicembre). Peraltro, è giusto ricordare che l’uso del denaro pubblico nelle operazioni economiche è autorizzato dalle regole comunitarie, purché i fondi statali siano utilizzati secondo le regole del mercato, in altre parole in un modo simile a come avrebbe fatto un investitore privato.

Di solito un paese che ha un dubbio su una operazione chiede alla Commissione un via libera preventivo. Dalle parole di Winterstein, si capisce che il governo italiano non ha scelto questa strada, anche se il portavoce ha assicurato che le parti sono in stretto contatto. Si può presumere che nei prossimi giorni, Roma vorrà rassicurare Bruxelles. In ogni caso, la Commissione può intervenire quando vuole, nel caso una operazione provochi i dubbi di un qualsiasi attore del mercato.

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