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Aerei, schedati i passeggeri in Europa

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Aerei, schedati i passeggeri in Europa

  • –Beda Romano

BRUXELLES

Dopo cinque anni di tira-e-molla negoziale, il Parlamento europeo ha approvato ieri a Strasburgo una attesa direttiva con la quale verrà creato l’abbozzo di una banca dati europea per i passeggeri aerei. La partita non è stata semplice, segnata dalla lotta anti-terrorismo, ma anche dalle gelosie nazionali di alcuni e dai timori per la privacy di altri. Nel contempo, sempre ieri l’assemblea ha dato il suo benestare a un’altra direttiva, volta a tutelare il segreto commerciale delle imprese.

La nuova direttiva, nota con l’acronimo inglese PNR (Passenger Name Record), prevede che ciascun paese adotti un proprio schedario in cui raccoglierà le informazioni dei passeggeri sui voli in partenza o in arrivo da paesi terzi. Parlare di vera e propria banca dati europea è quindi improprio. «Grazie alla raccolta, alla condivisione e all’analisi dei dati le agenzie di intelligence potranno notare eventuali comportamenti sospetti», ha spiegato il relatore del testo, l’eurodeputato Timothy Kirkhope.

Il tentativo è di lottare contro il rischio terroristico. L’uomo politico conservatore inglese ha però ammesso che la direttiva «non è un rimedio miracolo». Infatti, le compagnie aeree avranno l’obbligo di trasmettere i dati alle singole autorità nazionali, ma i paesi non saranno obbligati a condividerli tra loro. L’obbligo della raccolta, poi, riguarda i voli con i paesi terzi. Per quanto riguarda i voli nazionali o i voli intra-europei varrà la volontarietà.

I governi avevano trovato un difficile compromesso alla fine del 2015, su pressione in particolare della Francia dopo gli attentati del 13 novembre scorso. La partita è stata segnata da un doppio obiettivo non facile da conciliare: rafforzare la collaborazione europea nella lotta anti-terrorismo e garantire comunque la privacy dei cittadini. Non per altro il voto di ieri a Strasburgo è stato incerto fino all’ultimo. I liberali hanno chiesto, senza successo, che lo scambio dati fosse automatico.

Sempre ieri, il Parlamento europeo ha anche approvato una altra direttiva, questa volta dedicata alla protezione delle aziende nel caso di furti di segreti commerciali. Secondo le statistiche comunitarie, ogni anno una società su cinque è vittima di furto. Prima di tutto, il testo adotta una definizione comune di segreto commerciale. In secondo luogo, il provvedimento dovrebbe facilitare il risarcimento dell’impresa che subisce l’estorsione, con alcuni limiti, tuttavia.

Infatti, al momento del negoziato con i Ventotto, il Parlamento europeo ha insistito perché fosse introdotta una clausola, a dire il vero piuttosto generica, per garantire comunque «la libertà di stampa, il pluralismo dei media e il lavoro dei giornalisti, facendo riferimento in particolare alle loro inchieste e alla tutela delle fonti». Sulla scia della pubblicazione delle Panama Papers, la questione di come proteggere gli informatori della stampa ha influenzato il dibattito della vigilia.

Infine, l’assemblea parlamentare, riunita questa settimana in sessione plenaria a Strasburgo, ha adottato anche un pacchetto che aggiorna dopo 20 anni le regole europee sull’uso dei dati personali all’epoca di internet. Un primo regolamento definisce i diritti dei cittadini sull’uso da parti di terzi delle proprie informazioni personali, garantendo tra le altre cose il diritto all’oblio. Una seconda direttiva, invece, stabilisce come questi stessi dati possano essere utilizzati dalle autorità di polizia e giudiziarie.

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