NEW YORK - Bernie Sanders, reduce dal nono e ultimo dibattito con la favorita per la nomination democratica Hillary Clinton, è partito alla volta del Vaticano, dove oggi partecipa a una conferenza dell'Accademia Pontificia di Scienze Sociali dedicata alla diseguaglianza. Un incontro con Papa Francesco è stato smentito dai portavoce vaticani, ma Sanders non ha nascosto di sperare di poter vedere informalmente il Pontefice.
Per Sanders il viaggio estero rappresenta una mossa azzardata: mancano ormai solo pochi giorni alle cruciali elezioni primarie nello stato di New York, uno dei più ricchi di delegati alla Convention, dove Sanders è nato ma dove Clinton è di casa dopo essere stata eletta senatore per due mandati. Una sua netta vittoria nelle urne di martedì 19 aprile interromperebbe la serie positiva di Sanders di sette successi sui piu' recenti otto stati che si sono espressi. Un risultato positivo per Sanders darebbe invece allo sfidante grande spinta verso i prossimi appuntamenti.
Il dibattito tra i due candidati, svoltosi in serata a Brooklyn sotto gli auspici di Cnn, ha mostrato la durezza dello scontro in atto. Sanders e Clinton hanno sottolineato le loro differenze: Sanders le proposte di spezzare le grandi banche, di bocciare trattati di libero commercio che costano posti di lavoro, di garantire l'assistenza sanitaria e l'istruzione; Clinton affermando di essere lei il candidato migliore e con l'esperienza per portare avanti concretamente politiche progressiste. Ha inoltre messo in luce il suo sostegno a stringenti controlli sulle armi.
I sondaggi della vigilia danno Clinton in vantaggio, ma non sono escluse sorprese visto l'entusiasmo che circonda la campagna di Sanders, protagonista mercoledì sera di un grande rally con 27.000 persone nel cuore di Manhattan a Washington Square. Sanders potrebbe usare la visita a Roma per rilanciare un tema a lui caro quale quello della sperequazione sociale. “Il Papa è stato un'ispirazione nel promuovere la presa di coscienza sulla diseguaglianza di reddito e di richezza che vediamo nel mondo”, ha detto il candidato al Washington Post.
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