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Panama Papers, si dimette il ministro dell’Industria spagnolo Soria

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l’esponente popolare abbandona la politica

Panama Papers, si dimette il ministro dell’Industria spagnolo Soria

Il ministro dell'Industria spagnolo, José Manuel Soria, il cui nome nelle scorse settimane è più volte stato collegato ai paradisi fiscali di Panama e delle isole Jersey, si è dimesso questa mattina da ogni incarico nel governo spagnolo e nel partito popolare annunciando anche l'abbandono della politica attiva.

Le dimissioni di Soria, un fedelissimo del premier Mariano Rajoy, finiscono inevitabilmente per indebolire la posizione del Partito popolare nelle trattative per la formazione del nuovo governo spagnolo. Il voto dello scorso 20 dicembre ha infatti consegnato al Paese il Parlamento più frammentato della storia democratica spagnola, obbligando i partiti vecchi e nuovi a dialogare tra loro per trovare una coalizione in grado di guidare l'esecutivo. Il Partito popolare di Rajoy, il più votato nelle elezioni, non ha trovato finora alcun alleato, così come è fallito il tentativo del socialista Pedro Sanchez.

Per i popolari, alla contrapposizione tradizionale con il Partito socialista, si è aggiunta la totale e scontata avversione degli indignati di Podemos, e quella meno prevedibile ma altrettanto decisa dei centristi di Ciudadanos. Proprio la cosiddetta “questione morale” e gli scandali di corruzione nei quali i popolari si sono trovati invischiati è il principale motivo della chiusura del leader di Ciudadanos, Albert Rivera, nei confronti di Rajoy.

Rivera pur partendo da posizioni simili a quelle dei popolari, in politica e anche in economia e condividendo con i conservatori anche la contrarietà a ogni spinta separatista, ha conquistato voti e consensi battendosi per il rinnovamento contro la corruzione. A fine mese re Felipe riceverà ancora una volta i leader politici: se all'inizio di maggio non sarà trovato un accordo per governare, sarà inevitabile per la Spagna ricorrere a un nuovo voto che potrebbe tenersi il prossimo 26 giugno. I negoziati sembrano sempre più difficili e le dimissioni di Soria potrebbero togliere anche le ultime speranze a una grande coalizione che comprenda i popolari.

Soria - 58 anni, leader di grande consenso originario delle Canarie - aveva tentato a più riprese di giustificare il proprio coinvolgimento nelle attività off-shore smascherate dai Panama Papers ma ha dovuto cedere e comunicare la sua rinuncia a Rajoy, che lo aveva sempre sostenuto, a causa «degli errori commessi negli ultimi giorni in relazione alle spiegazioni sulle mie attività imprenditoriali precedenti alla mia entrata in politica nel 1995». Lo stesso ministro dell'Industria ha sottolineato che si tratta di «fatti che risalgono a più di vent'anni fa e quindi troppo lontani nel tempo perché possano essere ricostruite nei dettagli». Soria aveva anche sempre negato di aver messo in atto attività illecite e aveva spiegato di non avere mai avuto partecipazioni società poco trasparenti. E sostenuto da Rajoy, ha resistito fino a quando, nella serata di ieri, è stato diffuso un documento con la sua firma in calce che fa capo a una società con sede nelle isole Jersey.

Le dimissioni sono state concordate con lo stesso Rajoy ma con grande e colpevole ritardo. Come ha ammesso lo stesso Soria, che alla fine si è assunto tutte le responsabilità degli errori commessi, il suo comportamento ha infatti provocato «un danno evidente al governo e al Partito popolare, ai suoi colleghi e agli elettori in un momento politico particolarmente grave».

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