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Scelta la rappresentante a Roma, mossa distensiva Ue

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Scelta la rappresentante a Roma, mossa distensiva Ue

  • –Beda Romano

BRUXELLES

Dopo mesi di litigi pubblici e incomprensioni politiche, vi è il tentativo, a Roma e a Bruxelles, di riportare il rapporto tra il governo italiano e la Commissione europea su un crinale di migliore collaborazione. L’esecutivo comunitario dovrebbe annunciare oggi l’attesa nomina di un nuovo rappresentante in Italia: Beatrice Covassi. Quest’ultima avrà l’onere di coltivare i rapporti in un momento che resta delicato, segnato da crisi bancaria, debito elevato ed economia fragile.

La nomina della signora Covassi giunge dopo che la posizione di capo della Rappresentanza della Commissione europea a Roma è rimasta vacante dal settembre dell’anno scorso. Un esponente europeo spiegava ieri che la selezione dei candidati è stata particolarmente severa e impegnativa. Addirittura, la signora Covassi è stata intervistata per una ora e mezzo dallo stesso presidente dell’esecutivo comunitario, l’ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker.

«La signora Covassi riflette una immagine moderna. È la prima donna a essere nominata a Roma. Avrà un contatto diretto con il presidente», notava ieri l’esponente europeo. La funzionaria ha 43 anni, e alle spalle un curriculum non banale. Attualmente si occupa di economia digitale, ma in passato ha lavorato anche alla rappresentanza della Commissione europea a Washington. Prima di diventare una funzionaria comunitaria, la signora Covassi è stata una analista in uno studio legale americano.

Qui a Bruxelles la nomina è ritenuta politicamente importante, alla luce dei difficili rapporti che hanno segnato il 2015. L’incontro romano tra Juncker e il premier italiano Matteo Renzi, il 26 febbraio scorso, è stato utile per chiarire la relazione tra Roma e Bruxelles, dopo le dimissioni dal gabinetto Juncker di un funzionario italiano, Carlo Zadra. Alcuni osservatori avevano ritenuto che la vicenda scoppiata in gennaio non fosse personale, ma il riflesso di uno scontro politico tra Roma e Bruxelles.

A metà gennaio, numerosi esponenti comunitari si erano lamentati dell’assenza di interlocutori a Roma con i quali tessere un rapporto meno conflittuale, sfilacciato, o mediato dalla stampa (si veda Il Sole 24 Ore del 19 gennaio). La tesi che prevale oggi a Bruxelles è più positiva. Esponenti comunitari notano che sia Carlo Calenda, il nuovo rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione, sia la stessa signora Covassi hanno un contatto diretto con i loro rispettivi vertici.

Mentre Calenda è un ex vice ministro dello Sviluppo economico, e ha un legame personale con il premier Renzi, la signora Covassi è stata scelta personalmente da Juncker e avrà un rapporto diretto con il presidente della Commissione. Sia a Roma che a Bruxelles c’è il desiderio di sottolineare proprio questo aspetto, nel tentativo di voltare pagina, dopo le critiche ripetute soprattutto provenienti dall’Italia, nei confronti della Commissione europea e del modo in cui interpreta il suo ruolo di guardiana dei Trattati.

Ciò non significa però che da ora in poi il rapporto tra il governo italiano e l’esecutivo comunitario sia destinato a essere solo roseo. Di dossier delicati aperti ve ne sono molti. In maggio, la Commissione dovrà decidere se e come concedere flessibilità di bilancio per il 2016. Inoltre, l’establishment italiano ha appena annunciato la creazione di un nuovo fondo con il quale ricapitalizzare gli istituti di credito in crisi. Bruxelles vorrà essere certa che non vi sia violazione delle regole sugli aiuti di Stato.

Altri grandi capitoli che dovranno essere risolti riguardano il futuro dell’Ilva, l’emergenza rifugiati, le prospettive dello Spazio Schengen. Potenziali motivi di nuovi screzi tra Roma e Bruxelles non mancano. Intanto, ieri ancora, esponenti comunitari assicuravano che nel giro di poco tempo il gabinetto del presidente Juncker tornerà ad avere un membro italiano, in sostituzione di Zadra, che ormai da inizio anno ha lasciato l’incarico.

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