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«Non dimentichiamo Regeni»

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Medio Oriente

«Non dimentichiamo Regeni»

Nella difficile trattativa che ha impegnato il Governo italiano e quello egiziano non era mai intervenuto. Aveva seguito gli sviluppi, era stato informato ma ieri ha deciso di rompere il silenzio nonostante le tensioni internazionali. Parla di Giulio Regeni, di un destino spezzato, della promessa di non dimenticare che non appare solo come un atto di umanità ma suona come un impegno istituzionale. Sergio Mattarella ha voluto scrivere il suo messaggio di auguri all’apertura del Meeting nazionale delle scuole per la pace, apprezzando proprio il fatto che quest’anno – ad Assisi – si celebra il ricordo di Giulio Regeni. «Un apprezzamento particolare intendo esprimere per la scelta di dedicare a Giulio l’edizione di quest’anno del vostro meeting. Non vogliamo e non possiamo dimenticare la sua passione e la sua vita orribilmente spezzata. Fare memoria è un atto di pace che, sono convinto, aiuterà queste giornate di Assisi a produrre nuovi frutti». E del resto la breve vita di Giulio è stata così coerente con le giornate che si aprono, così in sintonia con il bisogno di pace, libertà e rispetto dei diritti.

Il messaggio di Mattarella arriva in una giornata in cui si incrociano altri due fatti: la dura presa di posizione del New York Times e la notizia che la presidenza della Commissione Diritti umani del Parlamento europeo, su proposta degli europarlamentari del Pd, Patrizia Toia e Antonio Panzeri, ha deciso di invitare i familiari di Giulio Regeni all’Europarlamento. E in questa giornata in cui l’atto d’accusa del quotidiano americano risuona nelle cancellerie europee – «Il caso Regeni ha costretto l’Italia a riconsiderare i propri rapporti con l’Egitto ma c’è stato - scrive il Nyt - un vergognoso silenzio dalla Francia: Hollande, andrà al Cairo lunedì per firmare un contratto da 1,1 miliardi di dollari in armi» – anche la voce di Mattarella assume il peso di un impegno istituzionale per fare giustizia sulla morte di Giulio.

E infatti nel suo messaggio al Meeting di Assisi parla di valori autentici «che ci sollecitano a rompere l’involucro dell’indifferenza» e parla anche di «cooperazione tra i popoli, della tutela dei diritti fondamentali, della giustizia». Insomma, questi giorni sono diventati l’occasione giusta per Mattarella di dimostrare l’attenzione particolare che dedica al caso Regeni.

Ma ieri, l’altra novità che arrivava dal Quirinale ha riguardato l’agenda degli appuntamenti: mercoledì prossimo è stato fissato l’incontro con i vertici parlamentari dei 5 Stelle e probabilmente parteciperanno anche Grillo e Di Maio. Gli esponenti del Movimento, nella lettera spedita al Colle, chiedevano che il capo dello Stato esercitasse una pressione per cambiare l’ordine dei lavori della Camera: cioè posticipare il voto della riforma costituzionale (ormai già votata martedì scorso) e aspettare che prima fossero votate le mozioni di sfiducia al Senato. Ma come già altre volte hanno fatto notare i collaboratori di Mattarella, il capo dello Stato non dispone di alcun potere di interferenza sui lavori parlamentari e, dunque, una sua iniziativa volta a impedire che il Parlamento deliberi su una legge in discussione violerebbe la Costituzione.