WASHINGTON
Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, si è presentato ieri sera all’incontro con il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, con un netto abbassamento di tono e una parziale correzione di tiro dopo le aspre critiche rivolte nei giorni scorsi alla politica monetaria del Bce. Schäuble si è dovuto confrontare tra l’altro nuovamente, ieri mattina all’abituale colazione con la stampa tedesca, con l’inflessibile difesa dell’indipendenza della banca centrale da parte del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
L’incontro con Draghi, osserva peraltro una fonte monetaria di alto livello, era stato programmato prima delle recenti dichiarazioni di Schäuble e fa parte dei normali contatti che il presidente della Bce ha continuamente con i ministri finanziari dell’Eurozona, oltre che con diversi capi di Governo, fra cui il cancelliere tedesco Angela Merkel.
In un intervento alle riunioni di primavera dell’Fmi, Draghi ha ripetuto che la Bce farà quanto necessario per riportare l’inflazione dell’Eurozona, oggi a zero, verso l’obiettivo di avvicinarsi al 2%. «È cruciale – ha detto il banchiere centrale, dicendosi fiducioso che le politiche della Bce avranno successo, anche se per qualche mese l’inflazione potrà restare in territorio negativo – assicurare che l’inflazione troppo bassa non si radichi». Draghi ha rimarcato l’incertezza sullo scenario economico, e sottolineato i crescenti rischi al ribasso.
«Sono sempre stato un difensore dell’indipendenza della Bce», ha detto ieri mattina, in modo non del tutto convincente, Schäuble, che nei giorni scorsi aveva ventilato la possibilità di chiedere ai colleghi ministri di Stati Uniti e Gran Bretagna di far fronte comune per “incoraggiare” le banche centrali a un rialzo dei tassi e si era spinto addirittura a incolpare la Bce di aver causato il successo elettorale di Alternative für Deutschland, il partito anti-immigrati, nei tre voti regionali del mese scorso. Sul merito della questione, che riguarda soprattutto i bassi tassi d’interesse che penalizzano i risparmiatori tedeschi, tuttavia, il ministro non ha fatto passi indietro, anche se si è espresso con toni meno stridenti. «I tassi molto bassi creano insicurezza in Germania e questo può avere riflessi elettorali», ha affermato Schäuble, secondo cui «la Bce sta cercando di risolvere problemi che non può risolvere».
Weidmann ha ripetuto che l’indipendenza della banca centrale, un principio irrinunciabile per la Bundesbank, dev’essere salvaguardata e che la politica monetaria espansiva in questo momento è appropriata. «La situazione economica della Germania e dell’Eurozona sono diverse – ha osservato Weidmann – ma la Bce deve tenere in conto nelle sue decisioni tutta l’area dell’euro». La determinazione del presidente della Bundesbank nel ribadire questi concetti è apparsa a tratti creare un certo disagio nel ministro che sedeva al suo fianco. Il banchiere centrale tedesco ha spesso dissentito dalle scelte della maggioranza del consiglio della Bce ed ha espresso pubblicamente la sua opposizione, ma ha tenuto a ripetere che la Bce deve considerare non solo un gruppo di persone: in Germania, l’attenzione quasi esclusiva è rivolta alle ripercussioni delle scelte della Bce sui risparmiatori. Per Weidmann è importante, per evitare la minaccia all’indipendenza della banca centrale, che la politica monetaria venga mantenuta ben distinta dalla politica fiscale.
A supporto della posizione della Bce erano intervenuti nei giorni scorsi il direttore del Fondo monetario, Christine Lagarde, e il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, il quale aveva osservato che la Francia aveva dovuto imparare a rispettare l’indipendenza della banca centrale, venendo rimbeccata proprio dai tedeschi. Ieri il direttore del dipartimento europeo dell’Fmi, Poul Thomsen, ha affermato che l’Eurozona ha davanti prospettive di crescita mediocri e ha sostenuto che la politica monetaria della Bce «sta facendo la cosa giusta e deve usare tutti gli strumenti a disposizione». Ha anche ancora una volta sollecitato i Paesi che hanno spazio di bilancio (la Germania in primis) devono utilizzare per sostenere la domanda, soprattutto con investimenti in infrastrutture.
© RIPRODUZIONE RISERVATA