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Le imprese del G7: «La politica monetaria non basta»

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Asia e Oceania

Le imprese del G7: «La politica monetaria non basta»

  • –Stefano Carrer

TOKYO

«È imperativo per il G7 non contare solo sulla politica monetaria ma adottare una politica fiscale flessibile in accordo con la situazione economica, pur assicurando la sostenibilità» ed è «indispensabile per ciascun Paese del G7 portare avanti senza paura riforme strutturali». È questo il primo dei quattro principali messaggi inviati ai leader del G7 – in vista del summit in Giappone del 26 e 27 maggio – dalle Confindustrie delle sette nazioni industrializzate.

Il vertice cosiddetto “B7” ha riunito a Tokyo i principali rappresentanti del business, che in un comunicato congiunto hanno sottolineato che lo stato dell’economia globale è «tutt’altro che rassicurante»: su questa valutazione si è innestato l’appello ai politici del G7 perché esercitino leadership nell’indirizzare il mondo verso una crescita sostenibile. Nulla di male, indica insomma il comunicato, se i governi allarghino un po’ i cordoni della spesa per sostenere una congiuntura debole anche a costo di rinviare un po’ i programmi di contenimento del debito. Senonché, in conferenza stampa, il rappresentante tedesco è parso mugugnare in proposito: Ulrich Grillo, presidente della Bdi, ha preferito sottolineare la virtuosità del suo Paese (con i conti quest’anno in sostanziale equilibrio) e la presunta necessità, per altri, di approfittare dei tassi molto bassi per procedere al risanamento dei bilanci statali.

Sembra essere andato in scena, dunque, quello che potrebbe profilarsi a Ise-Shima, con una Berlino riluttante a dare un via libera collettivo a manovre di stimolo fiscale. Secondo le indiscrezioni di Paul Krugman dopo la sua recente visita in Giappone, lo stesso premier Shinzo Abe gli avrebbe chiesto consiglio su come convincere la Germania ad accettare l’idea dell’opportunita di politiche un po’ più espansive al di là del fronte monetario. Abe ha aperto il summit degli imprenditori nella sede della Keidanren (la Confindustria giapponese) assicurando che l’economia avrà priorità al G7 e ha poi invitato a cena i delegati.

Il secondo messaggio del B7, a sorpresa, sembra riguardare soprattutto la Cina (non citata direttamente ma ricompresa nella dizione “mercati emergenti”): il G7 «deve affrontare il problema dell’eccesso di capacità promuovendo un approccio coordinato» e «premere per il contenimento di sussidi distorsivi del mercato», da contrastare anche con «l’uso di efficienti meccanismi di difesa commerciale». «Bisogna lasciare al mercato trovare soluzioni per l’eccesso di capacità produttive, sia in Europa che nel mondo» ha affermato Daniel Kraus, vice direttore generale di Confindustria: l’eccesso di capacità in alcuni Paesi, se non affrontato come problema, finisce per provocare danni alle industrie equivalenti di altre nazioni.

La terza sollecitazione del B7 è quella di una «deterrenza» contro ogni forma di protezionismo, spezzando anche una lancia in favore sia di una rapida ratifica della TPP sia per una conclusione positiva dei negoziati di Economic Partnership tra Ue e Giappone. La quarta richiesta principale riguarda la promozione di una “cooperazione nella regolamentazione” in quanto, in un mondo sempre più interconnesso, standard e regole tecniche per Paese o regione rappresentano forti freni alla crescita. Il possibile “Brexit” non è entrato nel comunicato, ma il presidente della Keidanren, Sadayuki Sakakibara, ha detto chiaro e tondo che il Giappone tifa perché il Regno Unito – seconda destinazione dei suoi investimenti - resti nella Ue: «Una sua uscita sarebbe un danno economico anche per altri Paesi e per il mondo». Su impulso giapponese e americano, infine, il B7 – nel chiedere un «moderno e equo sistema internazionale di tassazione» - ha bocciato «iniziative non coordinate» apportatrici di incertezza, come la proposta della Commissione Ue per un pubblico Country by Country Reporting.

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