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Al Cairo pugno di ferro con i giornalisti

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Medio Oriente

Al Cairo pugno di ferro con i giornalisti

Manifestazioni, scontri, lacrimogeni e 35 giornalisti arrestati, di cui solo 25 rilasciati in serata. I festeggiamenti per il 34simo anniversario della liberazione della penisola del Sinai dal controllo che Israele ne aveva assunto con la guerra del 1967, sono stati offuscati dalla manifestazioni contro il governo di Al Sisi.

Al Cairo e in altre città dell’Egitto quella di ieri è stata una giornata di proteste e di repressioni. I cortei che hanno sfilato per le vie del Cairo scandendo slogan contro il presidente Al Sisi sono stati contrastati dai mezzi blindati della polizia e dal lancio di lacrimogeni.

Proteste nella città blindata

Fin dalle prime ore del mattino al Cairo vi era un ingente spiegamento di forze di sicurezza, in vista delle manifestazioni di protesta a seguito della decisione del governo di cedere all’Arabia Saudita le due isole del Mar Rosso di Tiran e Sanafir. Mezzi della polizia e ambulanze sono stati dispiegati in gran numero attorno a Piazza Tahrir, epicentro delle proteste che nel 2011 portarono alla deposizione di Hosni Mubarak.

Negli ultimi giorni, secondo gli attivisti per i diritti umani, la polizia ha effettuato un’ondata di arresti dopo varie manifestazioni di protesta che si sono succedute. Il governo, già da giorni temeva che le previste celebrazioni in programma per l’anniversario del ritiro israeliano e del ritorno all’Egitto della Penisola del Sinai nel 1982 potessero essere offuscate dalle proteste contro il presidente Abdel-Fattah al-Sisi. Lo stesso al-Sisi due giorni fa ha affermato che le «forze del male» stanno tentando di minacciare le istituzioni del Paese, mentre il ministero dell’Interno ha lanciato un duro avvertimento a quanti volessero sfidare la legge che impedisce gli assembramenti no autorizzati dalla polizia.

In una giornata caratterizzata da molta tensione il portavoce dell’esercito egiziano, Mohamed Samir, ha fatto sapere su Facebook che un raid aereo delle forze armate egiziane ha causato la morte di 30 estremisti islamici nel nord del Sinai.

Giornalisti arrestati

Il vice presidente del sindacato dei giornalisti egiziano, Jaled al Balshi, ha dato notizia dell’arresto di 35 reporter che in diverse città coprivano le proteste contro la cessione di due isole all’Arabia Saudita. Dieci rimangono nelle mani delle forze di polizia. La giornalista Basma Mostafa, che aveva intervistato la famiglia presso la quale erano stati trovati i documenti intestati a Giulio Regeni, e altri sei suoi colleghi sono stati arrestati vicino piazza Tahrir. Oltre a Basma Mostafa, i servizi di sicurezza hanno arrestato anche i giornalisti Magdy Emara, Mohamed El Banna e altri ancora, mentre camminavano vicino alla piazza. Tra gli arrestati anche cinque aderenti al Partito Socialista Democratico e 12 dei 47 attivisti e giornalisti contro i quali il procuratore generale ha emesso ordini di cattura. Tra questi l’avvocato Malek Adli, Amr Badr e Mahmoud El Sakka, accusati di incitazione a manifestare, di aver pubblicato informazioni false e di tentativo di rovesciamento del regime al potere.

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