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La Germania ora vuole tagliare i sussidi agli stranieri cittadini della Ue

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La Germania ora vuole tagliare i sussidi agli stranieri cittadini della Ue

Meno welfare per gli stranieri, anche se cittadini dell’Unione europea. L’annuncio arriva da Berlino che vuole limitare le prestazioni sociali della legge Hartz IV perché, ha detto il ministro del Lavoro Andrea Nahles (Spd), non può permettersi di dare sussidi a tutti. E come la Gran Bretagna intende legiferare per bloccare l’erogazione degli assegni.

Di turismo del welfare in Germania si parla da tempo, almeno da quando Londra ha deciso, tre anni fa, di escludere gli europei da alcune prestazioni sociali per i primi anni di residenza nel Regno Unito. Il governo di grande coalizione, dunque, presenterà una proposta di legge per impedire che i residenti non tedeschi beneficino del pacchetto Hartz IV se non hanno maturato i diritti dell’assicurazione sociale che si acquisiscono dopo cinque anni di lavoro nel paese.

In realtà il sussidio di disoccupazione (391 euro al mese), a cui si aggiungono gli assegni sociali per i figli a carico e le integrazioni per pagare affitto e riscaldamento, sarebbe già escluso per gli stranieri dall’attuale normativa ma molti giudici tedeschi estendono i diritti negati dalle amministrazioni comunali alle quali spetta l’erogazione del denaro. Da ultimo l’autunno scorso un tribunale sociale federale ha ritenuto legittima l’estensione del pacchetto di benefici dopo sei mesi di permanenza nel paese in cerca di lavoro.

Secondo l’agenzia federale del lavoro ci sono 440mila cittadini Ue che percepiscono questo tipo di aiuti economici. Il gruppo più esteso (in numeri assoluti) è rappresentato dai polacchi (92mila) seguito da italiani (71mila), bulgari ( 70mila), rumeni (57mila) e greci (46mila).

Un primo pacchetto di misure restrittive era già stato varato nell’agosto 2014 dal governo di Angela Merkel, in attuazione di un preciso punto del programma di grande coalizione, esplicitamente voluto dalla Csu, il partito bavarese gemellato con la Cdu e guidato da Horst Seehofer. Ma il giro di vite si era limitato a prevedere pene più severe per chi commette truffe al fine di ottenere benefici economici (mentendo, ad esempio, sull’effettiva residenza) con espulsione dal paese e aveva limitato a sei mesi il permesso di residenza per cercare lavoro, con un’importante quanto vaga eccezione: dimostrare di avere chance di successo nell’ulteriore ricerca.

I sussidi della legge Hartz IV vengono erogati nel caso di disoccupazione di lunga durata, quando cessano i sussidi maturati con la contribuzione di un precedente lavoro, o anche di salario insufficiente a provvedere ai bisogni della famiglia, caso frequente per la diffusione dei mini-job, pagati soltanto 450 euro al mese.

Berlino aspettava con apprensione, all’epoca delle prime restrizioni, un’importante sentenza della Corte europea di Lussemburgo che doveva pronunciarsi sulla legittimità di un’esclusione dei cittadini europei da questi benefici sociali. A dicembre 2014 i giudici hanno ritenuto legittimo negare il pacchetto di base agli stranieri all’interno della Ue. Il pacchetto comprende, oltre alla disoccupazione e ai contributi per l’alloggio, anche un assegno alimentare e può superare i 1.500 euro complessivi al mese, in presenza di più figli.

In realtà alcune statistiche della Commissione mostrano come il numero di stranieri che usufruiscono dell’assicurazione di base non è rilevante in percentuale. Dei quattro milioni assistiti due anni fa meno del 2% arrivava dai paesi dell’Est Europa. Del resto pure nell’apripista Inghilterra la percentuale sfiora appena l’1 per cento.

In tempi di onde euroscettiche e xenofobe, però, i numeri contano molto meno dei principi. Anche a Berlino.

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