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Siria, accordo Usa-Russia per la tregua nella provincia di Aleppo

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turchia pronta a inviare truppe

Siria, accordo Usa-Russia per la tregua nella provincia di Aleppo

Una speranza per Aleppo. Russia e Stati Uniti hanno concluso un accordo per estendere la cessazione delle ostilità in Siria anche alla provincia di Aleppo, e si coordineranno per renderla credibile, rafforzando il monitoraggio della tregua. Lo ha detto ieri sera il dipartimento di Stato americano: il portavoce, Mark Toner, ha spiegato che è cruciale che la Russia raddoppi gli sforzi presso il presidente siriano Bashar al-Assad perché rispetti l'intesa, così come Washington farà la propria parte presso l'opposizione siriana. «Il nostro obiettivo - ha detto Toner - rimane, come è sempre stato, un'unica cessazione delle ostilità che copra tutta la Siria, e non una serie di tregue locali». E dall'entrata in vigore del regime di tregua, ha aggiunto il portavoce americano, «abbiamo assistito a una generale riduzione delle violenze in queste zone, malgrado si registrino notizie di ulteriori combattimenti in alcune località».

E Aleppo negli ultimi giorni è stata il teatro della peggiore escalation negli scontri,la violazione più evidente del cessate il fuoco sponsorizzato da Mosca e Washington, il primo in una guerra iniziata cinque anni fa. Martedì l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, l'italiano Staffan de Mistura, aveva incontrato a Ginevra il segretario di Stato americano John Kerry, e poi a Mosca il ministro degli Esteri Serghej Lavrov. Tornato a Washington, Kerry ha espresso fiducia nel cessate il fuoco, e ha lanciato un avvertimento ad Assad, minacciando «ripercussioni» se non avesse rispettato l'accordo. Kerry ha spiegato che serviranno alcuni giorni per dare la possibilità ai comandanti militari di essere informati e realizzare la tregua. E da Damasco, il regime siriano ha annunciato che a partire da oggi le forze armate rispetteranno una tregua di 48 ore ad Aleppo, a partire dall'una ora locale (la mezzanotte in Italia).

Gli attacchi aerei siriani di questi giorni hanno portato l'inferno nella capitale del Nord, da cui arrivano appelli e testimonianze drammatiche sulle violenze subite dalla popolazione civile, intrappolata nei combattimenti incessanti e i bombardamenti, che prendono di mira anche gli ospedali e i rifugi. «Quanto stiamo vivendo - ha riferito ad AsiaNews padre Ibrahim Alsabagh, della parrocchia latina di Aleppo - è un vero e proprio crimine contro l'umanità: perché colpire i bambini, i neonati, le donne partorienti, gli studenti universitari... chiamiamoli vendette o terrorismo, in realtà questi sono atti terribili. Chiediamo compassione e misericordia per queste vittime innocenti». L'eventuale fallimento della tregua - aveva avvertito de Mistura - spingerebbe altri 400mila profughi siriani in fuga verso la Turchia.

E il premier di Ankara Ahmet Davutoglu, in un'intervista ad Al Jazeera ha dichiarato che «se diventerà necessario, allora invieremo truppe di terra» in Siria, «siamo pronti a prendere tutte le misure per proteggerci, dentro e fuori la Turchia».

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