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Gm risponde a Fca-Google con i taxi autopilotati

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la sfida

Gm risponde a Fca-Google con i taxi autopilotati

New York - Fiat Chrysler stringe un'alleanza con Google per l'auto hi-tech che in futuro si guiderà da sola. General Motors, un tempo corteggiata da Fca e oggi più che mai invece sua rivale, cerca adesso di rispondere firmando un nuovo accordo con il servizio di autisti Lyft per taxi autopilotati fin da domani, o per meglio dire sperimentati fin dall'anno prossimo in una non menzionata città americana. E, tanto per dare un'altra stoccata, i veicoli saranno anche interamente elettrici - verranno usati i modelli Chevrolet Bolt - rispetto agli ibridi del patto Fca-Google.

La sfida manifatturiera e d'immagine, insomma, è scattata a tutti gli effetti, da Detroit alla California. Per le case auto l'obiettivo è quello di non essere invasi da Silicon Valley. E di non perdere colpi, anzi se possibile infliggerli, ai rivali diretti delle quattro ruote in un settore globale dove l'innovazione è sempre più costosa e difficile e le pressioni al consolidamento aumentano.

GM ha già investito mezzo miliardo in Lyft e ricorrerà alla tecnologia self-driving che sta rilevando lei stessa come parte della sua acquisizione della Cruise Automation di San Francisco per un miliardo di dollari. L'accordo tra Google e Fca rischia però di lasciarla in netto ritardo, per ambizioni e dimensioni, rispetto al suo obiettivo di una grande flotta entro il 2020.

Per i colossi dell'alta tecnologia e del software, come Google, la sfida è quella di esplorare senza indugi le nuove frontiere di Internet e connettività, diversificando e espandendo sempre più le loro attività da new economy. Nel caso di Lyft, la battaglia diretta e più immediata l'ha ingaggiata con il più noto servizio di taxi alternativo Uber.

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