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Eurogruppo, passi avanti sulla Grecia

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LE SFIDE DELL’EUROPA

Eurogruppo, passi avanti sulla Grecia

  • –dal nostro corrispondente
Il ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos (a sinistra) e il leader dell’Eurogruppo e ministro delle Finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem (AP Photo)
Il ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakalotos (a sinistra) e il leader dell’Eurogruppo e ministro delle Finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem (AP Photo)

BRUXELLES - I ministri delle Finanze della zona euro hanno tenuto ieri qui a Bruxelles una prima discussione su un prossimo alleggerimento del debito pubblico greco, nel quadro della periodica revisione dell’attuale programma economico a favore del paese mediterraneo. L’idea di un taglio del valore nominale del debito rimane (per ora) fuori discussione. L’obiettivo dell’Eurogruppo è di dare il suo benestare all’esborso di nuovi aiuti finanziari alla Grecia il prossimo 24 maggio.
In una conferenza stampa dopo una riunione straordinaria dei ministri delle Finanze della zona euro tutta dedicata alla Grecia, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha annunciato «buoni progressi» nel chiudere il primo processo di revisione del terzo programma di aiuti economici da 86 miliardi di euro di cui è oggetto la Grecia dall’estate scorsa. Tre i dossier sul tavolo. Prima di tutto i ministri hanno dato il loro benestare alle riforme appena approvate dal Parlamento greco.

Progressi sono stati fatti sui due altri fronti ancora aperti. Il primo riguarda il pacchetto di misure preventive (pari al 2% del Pil del Paese) richieste dai creditori della Grecia e da introdurre nel caso il risanamento dei conti pubblici del Paese mediterraneo uscisse dai binari. «È stato deciso – ha spiegato Dijsselbloem – che queste misure saranno non discrezionali, approvate in via preventiva dalla Grecia, e introdotte automaticamente alla luce di parametri obiettivi».
Atene aveva posto problemi giuridici e politici all’idea di un pacchetto di misure preventive. Il presidente dell’Eurogruppo ha specificato che i ministri hanno fatto propria la proposta di soluzione greca, ma «rafforzandola», rendendola in altre parole più rigorosa. In teoria, nuovi aiuti per circa cinque miliardi di euro dovrebbero dipendere solo dalle misure già approvate, ma nella pratica deriveranno da un accordo sull’intero pacchetto dei tre dossier.

Proprio il terzo tassello è quello del debito, il Fondo monetario internazionale sta dando battaglia per alleggerire gli impegni della Grecia. Secondo una analisi presentata ai ministri, il debito nello scenario più probabile dovrebbe salire al 182,9% del PIL nel 2016, e scendere al 104,9% entro il 2060. «Nulla è deciso finché tutto non è deciso – ha premesso Dijsselbloem -, ma mi sento di dire che a un certo punto il problema della sostenibilità del debito si porrà. In quali termini, è ancora da chiarire».
In questo contesto, i ministri hanno deciso di valutare a livello tecnico la possibilità di introdurre misure di alleggerimento nel breve, medio e lungo termine. Nel breve periodo, si tratterrebbe di «ottimizzare la gestione del debito». Nel medio termine, le ipotesi sono di nuovi periodi di grazia e di nuove scadenze, così come l’uso di eventuali profitti legati agli acquisti di titoli di stato da parte della Banca centrale europea. I ministri hanno deciso di usare come parametro il servizio del debito, più che la massa del debito.

Nel lungo termine, l’Eurogruppo, si legge in un comunicato pubblicato ieri sera, «è pronto, se necessario e a condizione che gli obiettivi di avanzo primario siano raggiunti – di considerare alla fine del programma di aggiustamento il bisogno di nuove ulteriori misure per assicurare che le necessità di finanziamento lorde del governo greco restino su un percorso sostenibile». La frase, contorta, lascia aperta varie ipotesi, ma la premessa per ora è che non vi siano riduzioni nominali del debito greco.
A questo punto, la speranza, o meglio l’obiettivo dell’Eurogruppo, è di avere entro due settimane definitive valutazioni tecniche che siano rassicuranti agli occhi dell’Fmi. L’organizzazione ha condizionato la sua partecipazione al programma a rassicurazioni sulla sostenibilità del debito. In questi giorni, ha insistito perché la questione fosse all’ordine del giorno fin da ieri. «Non posso dire se l’Fmi sia contento con il nostro accordo di massima – ha detto Dijsselbloem – dipenderà dall’approccio finale».

Il ministro delle Finanze maltese Edward Scicluna ha ammesso che la questione del debito pubblico greco è «l’unico neo» nelle trattative con il Fondo, tanto più che molti Paesi condizionano gli aiuti ad Atene alla stessa partecipazione dell’Fmi. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha definito quella di ieri una «riunione fruttuosa» che ha portato a un «accordo fra paesi e istituzioni» per «dare anche uno sguardo più a lungo termine» sulla situazione del debito greco, il cui «profilo sarà più smussato».