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Crollano gli arrivi in Germania

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Europa

Crollano gli arrivi in Germania

  • –Alessandro Merli

francoforte

Sono crollati negli ultimi mesi gli arrivi di rifugiati in Germania, dopo la chiusura della rotta dei Balcani e l’accordo europeo con la Turchia perché li trattenga sul proprio territorio. In aprile, il numero degli arrivi in Germania, che aveva superato le 200mila persone nel novembre dello scorso anno, è sceso a poco più di 15mila, il livello più basso dal giugno 2014. Nell’intero 2015, i rifugiati entrati in Germania, soprattutto da Siria, Afghanistan e Iraq, sono stati più di un milione. Nello stesso anno, sono state accolte oltre 440mila richieste di asilo.

Il crollo degli arrivi potrebbe portare qualche vantaggio politico al cancelliere Angela Merkel, accusata di averli provocati con il suo annuncio l’estate scorsa di una politica di porte aperte ai rifugiati dai Paesi teatro di guerre in Medio oriente, ma sottolinea anche la dipendenza del successo nel frenare gli afflussi dall’accordo con la Turchia. Un accordo che ora viene messo in dubbio per varie ragioni: le dimissioni del negoziatore turco, il primo ministro Ahmet Davutoglu, per divergenze con il presidente Recep Tayyip Erdogan, fautore di una linea più dura verso l’Unione europea, e le condizioni poste dalla Ue alla concessione di ingresso senza visto per i cittadini turchi, requisito essenziale secondo Ankara per la continuazione dell’intesa. Non si placano inoltre in Germania le tensioni create dal “poema” del comico Jan Boehmermann su Erdogan: la signora Merkel ha concesso che venga aperto un processo contro il comico per «insulti a un capo di Stato estero», ma ieri un tribunale di Colonia ha respinto la richiesta di ingiunzione, presentata dai legali del presidente turco, contro Mathias Doepfner, l’amministratore delegato della Axel Springer, il più grande gruppo tedesco dei media, che aveva dichiarato il suo appoggio al comico, in difesa della «libertà di satira».

Chiusa per ora la rotta attraverso la Grecia e i Balcani, le preoccupazioni del Governo tedesco sono focalizzate sui possibili arrivi dall’Italia e l’Austria. Il ministro dell’Interno, Thomas de Maiziere, confermando ieri in conferenza stampa che la Germania chiederà l’estensione per sei mesi dei controlli dei passaporti alle frontiere, come ammesso dalla Commissione europea, «finché non siano attuati controlli effettivi ai confini esterni dell’Unione europea», ha ribadito che la decisione su un’eventuale chiusura del Brennero «è soprattutto nelle mani dell’Italia e l’Italia lo sa», come aveva dichiarato nei giorni scorso dopo un incontro con il suo collega austriaco. De Maiziere ha detto che la Germania farà quanto in suo potere per prevenire la chiusura del Brennero, ma non ha precisato come. Del resto, l’Austria è divenuta una fonte di preoccupazione per Berlino anche sul fronte politico, dopo le dimissioni del primo ministro, Werner Faymann, proprio per le pressioni sulla questione dei migranti. Faymann si era schierato in un primo tempo a favore della politica della signora Merkel, ma poi aveva eretto una barriera al confine con la Slovenia senza neanche informare preventivamente il Governo tedesco. Il successo del candidato della destra anti-immigrati al primo turno delle presidenziali austriache echeggia quello del partito xenofobo AfD, Alternativa per la Germania, alle elezioni regionali nel marzo scorso al di qua del confine. AfD sfiora oggi il 15% nei sondaggi, anche se qualche commentatore ritiene che il crollo degli arrivi di rifugiati potrebbe ridimensionare almeno parzialmente la sua popolarità. Intanto, anche per far presa sull’elettorato di pensionati e lavoratori a basso reddito, che rappresentano lo zoccolo duro del sostegno ad AfD, il Governo sta considerando un aumento delle integrazioni statali alle pensioni più basse prima delle elezioni politiche dell’autunno 2017.

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