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dopo il voto sull’impeachment

Brasile, il governo del neo-presidente Temer: liberista con programmi sociali

(lapresse)
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Dopo cinque mesi di montagne russe giuridiche, il Brasile volta pagina. Il nuovo presidente ad interim, Michel Temer, ha presentato la sua squadra: di impostazione liberista, due uomini di esperienza nei dicasteri chiave, Jose Serra agli Esteri ed Henrique Meirelles alle Finanze. Nella compagine di governo non c'è neppure una donna. Saranno mantenuti i programmi sociali.

È questa, in sintesi, la fisionomia dell'Esecutivo che da oggi sarà impegnato per rilanciare un Paese sprofondato in una crisi pesante da oltre 3 anni. Non sarà una passeggiata, il Paese resta spaccato in due. Il processo per impeachment di Rousseff durerà a lungo e gli scontri tra manifestanti pro-Dilma Roussuff e polizia, ieri a Brasilia, così come le manifestazioni in programma dei giorni prossimi sono il prodromo di una tensione tutt'altro che sopita.

Temer, 75 anni, origini libanesi, è in forza al Pmdb, Partido do movimento democratico brasileiro, alleato di governo di Rousseff dal 2010. Una giovanissima moglie, 43 anni più giovane di lui, e varie ombre politiche, sono i bersagli preferiti dai suoi avversari.
Le priorità annunciate dal capo di governo, sintetizzate in stilemi, sono state queste: «Ristabilire la pace», «unire il Brasile» e «ricostruire l'economia»: Dietro queste dichiarazioni, sottolineano oggi diversi quotidiani del Brasile, si nasconde un cambiamento nella direzione politica del Paese.

E poi ancora: «La mia prima parola al popolo brasiliano è “fiducia”, fiducia nel nostro carattere, nella nostra democrazia, nella ripresa della nostra economia».
Insistendo molto sui temi dell'economia, Temer ha aggiunto: «Il Brasile, purtroppo, è ancora un paese povero. Lo riaffermo a lettere capitali: dobbiamo conservare i programmi sociali. Sono progetti che hanno funzionato bene. Dobbiamo farla finita con questa vecchia abitudine brasiliana di distruggere tutto ciò che hanno fatto i governi precedenti quando si assume il potere».

Josè Serra, storico dirigente del Psdb, assume il ministero degli Esteri. Altro dicastero chiave, quello delle Finanze, va all'ex governatore della Banca centrale Henrique Meirelles. Più fonti di stampa evidenziano del resto come per la prima volta dal 1985 nella compagine dell'esecutivo non figuri nessuna donna.

Intanto non si placano le reazioni della comunità internazionale. Il segretario generale dell'Unione delle nazioni sudamericane (Unasur), l'ex presidente colombiano Ernesto Samper, ha affermato che la sospensione della presidente brasiliana Dilma Rousseff, costituisce un ''pericoloso precedente''. «Dilma Rousseff continua ad essere la presidente costituzionale del Brasile, dove una maggioranza politica ha cambiato l'esito del voto dei cittadini a proprio favore», ha accusato Samper, secondo il quale l'impeachment rappresenta ''una rottura dell'ordine democratico'', che potrebbe provocare la sospensione del Brasile dall'Unasur, in quanto “è di carattere politico”. Samper ha anche criticato il voto del 17 aprile scorso alla Camera dei deputati sull'impeachment di Dilma, in quanto non avrebbe rispettato le regole dello stato di diritto. «Le motivazioni che sono state espresse in quella occasione rappresentavano accuse di carattere politico».

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