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al museo nazionale

Tintoretto a Tokyo: anteprima del ritratto di Ito Mancio, primo giapponese in Italia

  • –dal corrispondente Stefano Carrer

È la principessa Takamado a inaugurare al Museo Nazionale di Tokyo l'esibizione in prima mondiale del ritratto effettuato da Domenico Tintoretto di Ito Mancio, primo ambasciatore informale giapponese in Italia, inviato dal padre visitatore gesuita Alessandro Valignano assieme ad altri tre giovani cristiani del Kyushu. Partita nel 1582, la cosiddetta “Missione Tensho” - dopo un viaggio travagliato via Oceano Indiano e Atlantico, giunse in Italia - via Portogallo e Spagna - nel 1585. Visitò numerose città italiane, incontrò due Papi e il Doge di Venezia, che commissionò il ritrattoriscoperto due anni fa presso la Fondazione Trivulzio. «Il quadro è nella disponibilità della famiglia dalla metà dell'Ottocento in seguito al matrimonio di una Rinuccini, toscana, con un Trivulzio - spiega l'avvocato Gian Giacomo Attolico Trivulzio - Nel 2009 l'abbiamo fatto restaurare. In seguito la nostra archivista, Paola Di Rico, ha studiato tutto il percorso storico del quadro, ricostruendo i passaggi di proprietà. Mancava l'attribuzione del quadro. Il professor Sergio Marinelli l'ha poi autenticato come opera di Domenico Tintoretto, figlio di Jacopo».
Il dipinto verrà esposto anche a Nagasaki (antico centro della cristianità giapponese) e a Miyazaki, luogo di origine di Ito Mancio.

Tintoretto in prima mondiale a Tokyo con Ito Mancio

Un affresco della missione dei quattro giovani giapponesi - che fu accolta ovunque con molta curiosità e onori - è al Teatro Olimpico di Vicenza: il prossimo 20 settembre il Maestro del Teatro Noh Sakurama Ujin dedicherà una performance speciale di Noh.
Alla cerimonia di inaugurazione, l'ambasciatore Domenico Giorgi ha ricordato che la mostra ricopre un significato speciale in un anno, il 2016, che celebra il 150esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone, evidenziando che i rapporti tra i due Paesi risalgono in realtà a più di 400 anni fa. Circostanza evidenziata anche da altri dipinti religiosi ospitati nella sala in cui è allestito il ritratto di Mancio, dove spicca in particolare la “Madonna del Dito” della scuola del Dolci portata in Giappone dall' “ultimo missionario” italiano giunto nel Sol Levante ai primi del Settecento, nell'epoca della chiusura totale del Paese al mondo: Giovanni Battista Sidotti, i cui resti mortali sono stati di recente ritrovati nell'area dell'ex prigione dei cristiani a Tokyo.

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