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Paura a Parigi: scattano controlli su addetti e bagagli

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Allarme terrorismo / 3

Paura a Parigi: scattano controlli su addetti e bagagli

Il ministro degli Esteri francesi Jean-Marc Ayrault arriva all’aeroporto Roissy-Charles De Gaulle
Il ministro degli Esteri francesi Jean-Marc Ayrault arriva all’aeroporto Roissy-Charles De Gaulle

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PARIGI. Appena si è diffusa la notizia del crash del volo MS804 dell’Egyptair, sono scattate le operazioni di verifica e controllo da parte della polizia del trasporto aereo (Gta) negli aeroporti parigini di Roissy e Orly. E in particolare, ovviamente, al terminal 1 del Charles de Gaulle da dove è partito l’aereo diretto al Cairo. Gli agenti stanno esaminando tutti i dati disponibili che riguardano bagagli, passeggeri, addetti al controllo dei primi e dei secondi.

Rivolgendo la loro attenzione soprattutto al personale presente sulla pista, o che comunque aveva accesso alla pista, per assicurarsi che nessun addetto – in particolare quelli che si occupano del carico e dello scarico dei bagagli - fosse segnalato come “islamista radicalizzato” o sospetto tale. Raccogliendo anche voci e testimonianze. Per cercare di verificare la possibilità che un dipendente della società che gestisce i due scali (Aéroports de Paris, Adp) abbia potuto depositare un ordigno nella stiva dell'A320.
Va ricordato che a metà dicembre il presidente di Adp, Augustin de Romanet, aveva comunicato che a seguito dei controlli effettuati, erano stati ritirati i bagde di accesso alle aree aeroportuali a una settantina di dipendenti (sugli 85mila che vi lavorano) perché ritenuti in qualche modo coinvolti in “fenomeni di radicalizzazione” e quindi potenzialmente a rischio.
Un poliziotto impegnato da anni in questo ambito spiega peraltro che «nonostante tutte le precauzioni, il rischio zero non esiste e la possibilità che un terrorista abbia accesso alla pista esiste sempre, così com’è possibile che ci siano delle complicità da parte di chi ha diritto di accesso alle aree aeroportuali di massima sicurezza».
«Anche se è abbastanza strano – dice ancora il poliziotto – che una bomba venga fatta esplodere tre ore dopo il decollo di un aereo. La casistica consente di dire che normalmente le esplosioni avvengono più rapidamente».
Mentre le indagini sono appena partite e in attesa di notizie sulle cause del disastro, aleggia quindi il sospetto che una bomba possa essere stata collocata nella stiva dell’aereo a Roissy. Se così fosse, si dimostrerebbe la parziale inefficacia delle pur imponenti misure di sicurezza adottate da tempo, e implementate negli ultimi mesi e settimane (dopo l’attacco all’aeroporto di Bruxelles), negli scali. Con lo schieramento di blindati, la moltiplicazione delle pattuglie di militari, la maggior cura nel controllo dei bagagli e il ricorso a squadre di esperti in riconoscimenti facciali o nell’individuazione di comportamenti anomali.
Che peraltro la Francia sia nel mirino dei terroristi lo ha confermato in una recente audizione parlamentare il direttore generale dell’intelligence, Patrick Calvar: «Oggi la Francia è chiaramente un obiettivo. Il Paese europeo più minacciato dai terroristi dello Stato islamico e di Al-Qaida».

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