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La tentazione di Tokyo sul mercato dei cambi

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La tentazione di Tokyo sul mercato dei cambi

Taro Aso insieme a Christine Lagarde  al G7 (Reuters)
Taro Aso insieme a Christine Lagarde al G7 (Reuters)

Nel Paese del rischio sismico costante, i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali del G-7 sono stati richiamati a considerare i pericoli che sovrastano l’economia globale e i mercati finanziari fin da prima che iniziassero ufficialmente le loro discussioni su come dare sostegno a una congiuntura debole.

Non si tratta solo del ricordo del precedente summit in Giappone del giugno 2008, quando sottovalutarono i segnali dell’arrivo del gigantesco terremoto da subprime che innescò tre mesi dopo lo tsunami Lehman Brothers. Nel simposio informale a porte chiuse della mattinata di ieri con una serie di autorevoli economisti, i partecipanti al summit si sono sentiti dire che già il mese prossimo il terreno dei mercati internazionali potrebbe registrare forti scosse dal “Brexit”. Non è forse un caso che l’ultima indiscrezione indica che il premier giapponese Shinzo Abe – che spera di indirizzare il G-7 dei leader di settimana prossima a Ise-Shima verso un messaggio collettivo forte in favore di politiche di crescita - sia intenzionato a prendere la decisione definitiva sulla conferma del previsto rialzo dell’Iva non più il primo giugno (giorno della scadenza della sessione della Dieta) ma al termine delle elezioni per la Camera Alta oltre un mese dopo: visto che il posticipo dell’Iva si è fatto molto difficile dopo la ripresa del Pil trimestrale che ha evitato una recessione, forse Abe vuole prendere tempo per evitare di ritrovarsi nel giro di un mese con uno yen ancora più forte (come sempre succede in caso di turbolenze), una Borsa in picchiata e una misura di tenore recessivo già definitivamente sancita.

Tra chi rema contro i desideri di Abe c’è l’Ocse, il cui ultimo rapporto per il G-7 stava sul tavolo della conferenza: se il Giappone è spesso definito come «Il Paese dell’Ocse con il più alto indebitamento rispetto al Pil», l’organizzazione internazionale si è sbilanciata in favore di una conferma dell’aumento dell’Iva, come previsto, nell’aprile 2017. Il segretario generale Angel Gurria, presente al summit, aveva già anticipato la sua posizione – secondo cui si tratta oltretutto di una questione di credibilità per il governo, che ha già posticipato il rialzo di 18 mesi - , articolata ieri pubblicamente da Catherine Mann: la capo economista dell’Ocse ha suggerito piuttosto di varare stimoli fiscali per attutire l’effetto del caro-Iva, o magari di introdurre rialzi consecutivi dell’1% anziché un secco 2%. A Tokyo, comunque, sono in molti a temere lo spettro di nuove recessioni se la maggiore pressione fiscale coincidesse con un trend rialzista della valuta.

La “maledizione dello yen” è che tende sempre a rafforzarsi in caso di sconquassi sia all’interno sia all’estero, tanto è vero che ieri un alto funzionario del Tesoro Usa ha citato l’apprezzamento della divisa nipponica dopo lo tsunami del 2011 come un caso reale di «movimento disordinato», per contrapporlo alle recenti oscillazioni al rialzo che invece – contrariamente a quanto ritenuto dal ministro delle Finanze Taro Aso , che ha minacciato interventi – sarebbero da considerare più o meno normali e non certo in grado di giustificare misure controverse.

Aso ha ieri assicurato, come è ovvio, che non intende «manipolare il cambio», prima di accompagnare i colleghi nella zona costiera di Sendai per illustrare la ripresa regionale post-tsunami che ha trasformato il capoluogo del Tohoku in una delle città giapponesi più dinamiche del momento. Qui il Giappone ha voluto salire in cattedra per le sue capacità di resistenza e di prevenzione di tragedie ancora peggiori: il sindaco di Sendai ha illustrato la ricostruzione in meglio (con tecnologie superecologiche) di un impianto di trattamento delle acque distrutto da un’onda alta dieci metri, mentre un ragazzo che oggi ha 17 anni, Kouki Daigaku, ha spiegato che lui e i suoi compagni della scuola elementare Arahama si poterono salvare anche grazie al training anti-terremoto precedente (si è sorvolato sulla catastrofe di una scuola della non lontana Ishinomaki, dove molti studenti perirono per l’irresponsabilità di alcuni dirigenti).

Taro Aso ha inaugurato la prima sessione del summit con parole di cordoglio per un altro disastro: quello dell’aereo egiziano precipitato nelle acque del Mediterraneo. Oggi verrà rilasciato il nuovi piano d’azione del G-7 sul cosidetto CFT (per combattere le fonti di finanziamento del terrorismo). Un tema che è diventato di alta priorità per un approfondimento della collaborazione in ambito G-7, assieme a quello della cybersecurity dopo che arditi attacchi informatici hanno di recente mostrato di non risparmiare nemmeno le banche centrali.

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