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L’appello di Padoan al G-7: servono politiche per la crescita

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L’analisi

L’appello di Padoan al G-7: servono politiche per la crescita

La politica di bilancio deve essere più proattiva nel sostenere la crescita. Alcuni Paesi hanno i margini nei propri conti pubblici per farlo, altri possono comunque agire sulla composizione della spesa sostenendo quella per investimenti e tagliando quella corrente. Al G-7 di Sendai, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, interviene nel dibattito che ha diviso i “grandi” dell'economia mondiale sul ruolo della politica fiscale per far uscire l'economia mondiale dal suo stato di “muddling through”, di crescita insoddisfacente, in cui “non c'è il rischio immediato di una nuova crisi, ma non si vedono prospettive di accelerazione”. Uno stato di cose “non inevitabile”, ha detto il ministro, rivendicando la possibilità di agire anche per quei Paesi, come l'Italia, che non hanno lo “spazio” offerto da surplus di bilancio. «Si può ridefinire l'allocazione delle risorse», ha detto Padoan, il quale ha accennato anche alla possibilità di tagli di imposte selettivi. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha osservato che uno dei punti su cui i sette si sono trovati d'accordo è sugli interventi a favore dei fattori produttivi, come per esempio la riduzione del cuneo fiscale, e sulla necessità di investimenti in infrastrutture. Per Visco, il G-7 ha apprezzato il contributo dato dalla politica monetaria alla ripresa, ma ha anche constatato che questa è “condizione necessaria, ma non sufficiente”.

Padoan non è voluto tornare sulla recente discussione con l'Europa sulla maggior flessibilità di bilancio accordata all'Italia. “Abbiamo avuto quello che avevamo chiesto – ha affermato – un segno che quello che volevamo era in linea con le regole europee”.
Ogni azione di politica fiscale va vista in congiunzione con le riforme strutturali, secondo il ministro, ricordando il Jobs Act e le facilitazioni per le assunzioni a tempo indeterminato. “C'è stato apprezzamento nel G-7 – ha sostenuto Visco – per gli sforzi di riforma dell'Italia. Ora si aspettano i risultati”.
L'economia mondiale, ha insistito Padoan, ha bisogno di un rilancio del commercio internazionale, che in passato cresceva a velocità doppia dell'economia e ora a male pena tiene il passo. “C'è spazio per misure di liberalizzazione dei commerci, anche se politicamente sono difficili. Ma il commercio deve ritrovare uno spazio nell'agenda del G-7”.
I Paesi industriali, secondo il governatore, sono consapevoli di dover riacquistare un ruolo guida nella promozione della crescita mondiale che negli ultimi anni era passato ai Paesi emergenti, anche alla luce del rallentamento e della trasformazione del modello di crescita della Cina, un fenomeno difficile da misurare.

Ci sono rischi geopolitici, ha ricordato Visco. La sfida più grande, di gran lunga, per l'Europa, è quella dei rifugiati. Un fenomeno enorme e destinato a durare nel tempo. Padoan ha fatto riferimento alla cifra citata nelle riunioni di un potenziale di 18 milioni di iracheni, quasi metà della popolazione, pronti a emigrare. Fra gli altri fattori di incertezza, c'è il risultato del referendum britannico sulla permanenza nell'Unione europea il prossimo 23 giugno. “Tutti i partecipanti – ha notato Visco – si sono trovati d'accordo che Brexit sarebbe un danno per l'economia britannica e quella dei partner”. Le autorità, ha spiegato, stanno preparando contromisure per stabilizzare i mercati all'indomani del voto, ma non c'è stata a Sendai una discussione sui dettagli.
Anche la stabilità finanziaria resta nel mirino del G-7. “Si sta valutando – ha detto Visco – se è stato fatto tutto il necessario dopo la crisi. Al momento, ci stiamo concentrando sullo shadow banking, gli intermediari non bancari, per assicurarci di avere tutte le informazioni utili per essere in grado di controllare i rischi”.

Sulle banche, “i mercati tendono a volte ad amplificare le reazioni”, ha sostenuto il banchiere centrale, ma ha riconosciuto che “c'è un problema di comunicazione da parte dei regolatori e delle autorità di vigilanza”.
Nessun commento dal governatore della Banca d'Italia sulla situazione dei cambi, che al G-7 ha visto su fronti contrapposti Stati Uniti e Giappone, salvo riaffermare, come fa sempre la Banca centrale europea, che “il cambio non è un obiettivo della politica monetaria”. Visco ha anche osservato che c'è un riconoscimento che la ripresa, e quindi la politica monetaria, è in fasi diverse nelle diverse aree (un riferimento alla recente indicazione della Federal Reserve di un possibile aumento dei tassi d'interesse a giugno, mentre la linea della Bce resta nettamente espansiva) e quindi “le aspettative sono diverse”.

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