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Grecia, l’Fmi insiste: serve una ristrutturazione «incondizionata» del debito

Il Fondo monetario insiste sulla necessità di allentare la pressione sul debito di Atene, mentre alla vigilia dell’Eurogruppo la Grecia ha introdotto un nuovo pacchetto di austerity, ha deciso di creare un nuovo fondo per le privatizzazioni e ha predisposto un piano d’emergenza che si dovrebbe attivare in automatico se gli obiettivi di bilancio non verranno raggiunti. Ancora una volta il governo di Alexis Tsipras ha dovuto dunque adottare misure impopolari ma necessarie a convincere i creditori internazionali. Con il voto del Parlamento di ieri la Grecia si presenta - con i «compiti a casa fatti con attenzione» come ha detto il premier Tsipras - al vertice europeo che dovrà decidere se sbloccare aiuti fino a 11 miliardi di euro sugli 86 miliardi previsti dal terzo salvataggio di Atene.

IL RISANAMENTO DI ATENE
Saldo primario e debito. Dati in percentuale del Pil. (Fonte: Commissione europea)

Tsipras: «Abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca ai leader europei»
Tra le proteste dei cittadini che anche ieri a migliaia hanno manifestato per tutto il giorno pacificamente in Piazza Syntagma di fronte al Parlamento, il governo greco ha fatto approvare una manovra che presenta alcuni elementi di rottura con il passato. Primo fra tutti la possibilità che quanto promesso venga realizzato, sia cioè alla portata delle tasche del Paese: «I greci hanno già pagato moltissimo, ma probabilmente la prima volta - ha detto Tsipras prima del passaggio parlamentare - possiamo tutti vedere che questi sacrifici possono essere gli ultimi». Ma anche la determinazione sulle privatizzazioni e il meccanismo automatico anti-sforamento sembrano andare nella precisa direzione chiesta più volte da Bruxelles. «Il messaggio per i leader europei - ha detto Tsipras - è chiaro: la Grecia ha fatto in pieno la sua parte, ora l’Eurogruppo dovrà assumersi le sue responsabilità».

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Le nuove misure di austerity: Iva e privatizzazioni
La coalizione che sostiene Tsipras - formata da Syriza e Anel, il partito nazionalista - è stata confermata alla guida del Paese lo scorso settembre ma può contare su una maggioranza risicata di 153 deputati sui 300 del Parlamento. Ieri solo un deputato della maggioranza ha votato contro gli interventi proposti dal governo. «Stiamo introducendo misure e politiche che sono in grave contrasto con i nostri valori di base», ha spiegato Vassiliki Katrivanou, annunciando le dimissioni dalla carica parlamentare. Katrivanou sarà tuttavia immediatamente rimpiazzato da un altro esponente di Syriza.

Il voto di ieri - su una legge di 7mila pagine - ha dato il via libera a nuove tasse. È stata aumentata l’Iva dal 23 al 24% su diversi prodotti, fra cui la benzina, le sigarette, il caffè, l’utilizzo di internet, la pay tv e i beni di lusso. È stata introdotta una ulteriore tassa di soggiorno e si è deciso un incremento delle imposte di proprietà. Sono state inoltre abolite le agevolazioni fiscali per le isole greche. Le correzioni di bilancio decise ieri valgono circa 1,8 miliardi di euro e si sommano ai 3,6 miliardi di tagli alla spesa e nuove entrate varate due settimane fa - soprattutto modificando il sistema pensionistico e i prelievi sui redditi - la manovra nel complesso arriva a 5,4 miliardi di euro. Sarà inoltre attivato - come richiesto direttamente dalla Germania - un nuovo fondo, denominato Società di Partecipazioni pubbliche, che avrà il compito di gestire le privatizzazioni accelerando la vendita di migliaia di asset immobiliari pubblici.

Un meccanismo automatico per il rigore
Il governo di Atene ha cercato di sbloccare il negoziato con Bruxelles e con il Fondo monetario internazionale legandosi a un meccanismo automatico di aggiustamento dei conti - per un importo del 2% del Pil - nel caso in cui l’avanzo primario, quindi il risultato di bilancio che non tiene conto del pagamento degli interessi sul debito, non dovesse raggiungere il 3,5% del Pil entro il 2018. Un obiettivo non lontano dalla realtà se la Grecia manterrà il percorso intrapreso con Tsipras e confermato dalla ultime previsioni della Commissione Ue.
L’Eurogruppo di domani potrebbe dunque aprirsi con un certo favore nei confronti della Grecia. Solo con i negoziati all’Eurogruppo si potrà definire l’importo degli aiuti a favore di Atene. Nei giorni scorsi si era stimato un fabbisogno di circa 5 miliardi di euro; ieri l’agenzia Bloomberg ha diffuso i contenuti di un documento della Commissione secondo il quale Atene potrebbe ricevere 11 miliardi di euro per coprire le proprie necessità finanziarie fino a novembre: 3,8 miliardi per pagare gli arretrati e 7,2 miliardi per far fronte al costo del debito, includendo 2,3 miliardi di euro dovuti alla Banca centrale europea in luglio.

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Reazioni positive in vista dell’Eurogruppo
I nuovi tagli alla spesa e gli aumenti delle tasse approvati dal Parlamento greco sono «un passo chiave» per sbloccare l’erogazione di nuovi aiuti. Lo ha dichiarato questa mattina il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici. «Un passo chiave è stato compiuto verso la conclusione della prima fase del programma greco, auspico e desidero un accordo alla riunione dell’Eurogruppo», ha affermato Moscovici. «L’aggiustamento automatico incluso da Atene nella legge appena approvata è un meccanismo che servirà solo in caso di emergenza, ma che non verrà utilizzato perché basteranno le riforme», ha spiegato Moscovici aggiungendo tuttavia che «si tratta di un elemento importante per rassicurare i partner sugli impegni presi».
Positiva anche la reazione dei mercati: il rendimento dei titoli decennali del debito greco sono scesi ieri al 7,04% segnando il livello più basso dallo scorso novembre.
«Spero si arrivi ad un accordo e che dopo ritorni la fiducia degli investitori verso la Grecia», ha affermato anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Lo stesso Dijsselbloem ha sottolineando che l’Eurogruppo di oggi «parlerà seriamente» di una riduzione del debito greco per la prima volta e la Commissione guidata da Jean-Claude Juncker si è detta «pronta a dar il suo contributo nella discussione sulla ristrutturazione del debito greco, dopo che i ministri avranno preso una decisione in tal senso».

Il Fondo monetario insiste: necessario allentare la pressione sul debito
Nonostante i molti dubbi dei governi europei e la dichiarata contrarietà della Germania, il Fondo monetario è tornato ieri a dettare le condizioni per partecipare al programma di aiuti per 86 miliardi di euro concordato la scorsa estate per la Grecia. Per l’istituto guidato da Christine Lagarde serve una ristrutturazione «incondizionata» del debito di Atene, una mossa «fondamentale per dare un segnale forte e credibile sull’impegno dei creditori ufficiali a garantire la sostenibilità del debito, che di per sé potrebbe contribuire ad abbassare il costo di finanziamento sui mercati». Per assicurare la sostenibilità del debito della Grecia il Fmi propone inoltre l’adozione di un «tasso di interesse fisso su livelli bassi per un periodo esteso, che non superi l’1,5% fino al 2040».

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