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Lo yuan si posiziona per sbarcare negli Usa

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Lo yuan si posiziona per sbarcare negli Usa

PECHINO - In casa subisce pressioni fortissime al ribasso, all'estero trova varchi impensabili, tanto che forse gli Usa saranno ben presto alla sua portata. Il renminbi, la moneta di Pechino che resta totalmente non convertibile, potrebbe trovare a breve un hub anche in America, dopo aver espugnato l'anno scorso il Canada dove è operativo l'hub di Toronto.
Nel weekend Icbc ha presentato la prima note issue per aprire un hub offshore e lancia il primo certificato di deposito denominato in yuan mai emesso in America. Si tratta di un lotto ICBC da 500 milioni di yuan (76,3 milioni di dollari) in certificati di deposito a 31 giorni con una cedola del 2,6 per cento.

Questo è considerato il primo passo fatto dalla prima banca al mondo per capitalizzazione di borsa verso lo sbarco reale in America.
La strategia in generale è iniziata sei anni fa: Hong Kong, seguita da Singapore, Londra, Toronto. E questo da qualche tempo succede in Canada, Paese che ha stretto accordi precisi con Pechino. Tutti questi hub hanno facilitato il trading offshore sullo yuan; l'anno scorso Londra ha ospitato per la prima volta una vendita all'estero di titoli di Stato della Banca centrale cinese.
Gli Stati Uniti hanno accumulato un grande ritardo, ma la cedola offerta da Icbc attraverso Depository Trust & Clearing Corp., surclassa lo 0,45 di un prodotto simile americano.

A partire dalla fine degli anni 2000, la Cina ha avviato un massiccio sforzo di internazionalizzazione della sua moneta ufficiale, nel 2009 ha istituito un mercato obbligazionario in yuan dim sum e ampliato gli scambi transfrontalieri che aiutano a stabilire pool di liquidità in mare aperto.
Nel 2015, lo yuan è stato la quinta moneta più scambiata secondo il rapporto SWIFT, diventando la seconda valuta più utilizzata per il commercio e servizi.

Infine le quote RQFII (Renminbi qualificati Foreign Institutional Investor) in yuan sono state estese anche ad altri cinque Paesi: Regno Unito ( 15 ottobre 2013), Singapore (22 ottobre 2013), Francia (20 giugno 2014), Corea (18 luglio 2014), Germania ( 18 luglio 2014) e Canada (8 novembre 2014), ognuno con le quote di 80 miliardi di yuan, tranne il Canada e Singapore (50 miliardi). In precedenza, solo a Hong Kong è stato permesso di investire una quota da 270 miliardi di yuan.
Il lancio della Shanghai-Hong Kong Stock Connect (SSE e HKEx), nel novembre 2014, ha lanciato la Cina nella fase due dell' internazionalizzazione. Quella con Shenzhen, invece, segna ancora il passo.

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