Mondo

Nel 2015 giunti in Europa un milione di migranti

  • Abbonati
  • Accedi
i dati dell’agenzia ue per i diritti fondamentali

Nel 2015 giunti in Europa un milione di migranti

  • –di Irene Giuntella

È noto ormai che si sta assistendo a un'ondata migratoria di dimensioni epocali, questo rappresenta sfide notevoli per l'accoglienza, l'integrazione e il rispetto dei diritti umani nell’Unione europea. Nel 2015 si registrano almeno 60 milioni di persone dislocate, di queste 20 milioni si trovano fuori dal proprio paese di origine, 4 sono i milioni di profughi siriani, un milione di migranti è arrivato in Europa contro i 200mila dell'anno precedente. Questi i dati del rapporto annuale sui diritti umani dell'Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra) che quest'anno ha un focus particolare sull'immigrazione .

Attraversando il Mar Mediterraneo sono morte almeno 3.771 persone nel corso del 2015, mancano ancora corridoi umanitari per raggiungere l'Ue. Secondo i dati raccolti da settembre fino a inizio 2016, si registra la drammatica media di due bambini morti ogni giorno e il dato è destinato a salire come vediamo in questi giorni. «Lo scorso anno l'Ue è stata messa alla prova sui i diritti fondamentali dai numerosi attacchi alle libertà, ai diritti e ai valori sui quali l'Europa è stata fondata», ha affermato il direttore della Fra Michal Flaherty. «L'Ue e gli stati membri devono rimanere fermi nel difendere i diritti riconosciuti a tutti, sia che vivano in Europa da generazioni sia che siano appena arrivati ».

“L'Ue e gli stati membri devono rimanere fermi nel difendere i diritti riconosciuti a tutti, sia che vivano in Europa da generazioni sia che siano appena arrivati ”

Michal Flaherty, direttore Fra 

Tra le proposte della Fra: semplificare la burocrazia e gli ostacoli che rendono difficile o impossibile la riunificazione familiare che potrebbe invece limitare gli ingressi irregolari. La Turchia ha accolto la maggior parte dei migranti, mentre il Libano è il paese con la percentuale più alta di rifugiati rispetto alla popolazione(232 ogni mille abitanti). In gran parte i rifugiati si sono trasferiti dal primo paese di asilo dopo il mancato ottenimento di un'effettiva protezione: 885mila rifugiati, secondo i dati di Frontex, sarebbero arrivati in Grecia e in molti avrebbero poi proseguito il cammino verso il Nord. La Germania ha registrato l'anno passato tra i 2mila e i 5mila arrivi al giorno, la Svezia è però il paese Ue con il maggior numero di richieste d'asilo per numero di abitanti. Le domande di asilo superano ormai quelle fatte durante il conflitto nell'ex Yugoslavia, a fronte di questo gli Stati membri hanno reagito in maniera diversa: alcuni hanno annunciato misure più restrittive per le domande d'asilo e il ricongiungimento familiare, altri hanno costruito muri e fili spinati, altri ancora hanno chiuso temporaneamente le frontiere.

Non sono mancati episodi di xenofobia in alcuni paesi Ue, lo scorso anno la polizia federale tedesca ha registrato almeno mille reati di offesa contro i centri di accoglienza per rifugiati, tra i quali 150 attacchi violenti. In generale dopo gli attacchi terroristici sono aumentati nell’Ue gli atti xenofobi come manifestazioni anti migranti e anti musulmani, ma anche veri e propri atti violenti. In alcuni stati la retorica politica si è focalizzata sulle differenze culturali e religiose dei migranti, enfatizzandole come difficoltà insuperabili per la coesione sociale.

Occorre intensificare la lotta contro i trafficanti di migranti e gli scafisti colpevoli anche di sfruttamento, abusi e violenze sessuali. Ma è un errore penalizzare i cittadini che aiutano i rifugiati offrendo ospitalità. A Lesbo la polizia ha minacciato i volontari locali di arresto per aver offerto passaggi ai rifugiati e in Germania i siriani che hanno raggiunto in Austria parenti e amici con l'intenzione di ospitarli, sono stati multati per aver favorito l'ingresso di irregolari nel paese. Centinaia di migranti sono stati accolti proprio nelle case dei cittadini volontari , in Germania almeno 251 richiedenti asilo hanno trovato ospitalità nelle famiglie.

Preoccupano i respingimenti compiuti spesso con l'uso della forza, come è avvenuto in Bulgaria e in Grecia, in Spagna ed Ungheria e non rispettando il divieto di respingimento collettivo. In Italia l'Unhcr riferisce che a molti cittadini originari dell'Africa Sub-Sahariana e in particolare dell'Africa Occidentale, non è mai stato permesso di registrare realmente la propria domanda d'asilo bensì si sono visti recapitare un foglio di espulsione con l'ordine di lasciare il paese entro trenta giorni. Finora in tutti gli stati membri è riconosciuto il diritto alle cure sanitarie di emergenza, in nove Stati si deve però pagare per il servizio sanitario d'urgenza ricevuto. Tra le politiche di accoglienza si deve tener conto che garantire l'accesso alle cure sanitarie di base anche ai migranti irregolari è un investimento per il futuro. Le condizioni igienico sanitarie nei centri di accoglienza sono sempre più difficili: a Pozzallo l'associazione Medici Senza Frontiere dopo aver criticato la mancanza di standard minimi di igiene e il sovraffollamento ha deciso di lasciare il centro di accoglienza.

© Riproduzione riservata