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Braccio di ferro tra Atene e la troika su pensioni, salari e …

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a rischio gli aiuti

Braccio di ferro tra Atene e la troika su pensioni, salari e privatizzazioni

Epa
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La Grecia avrebbe detto tramite una lettera inviata ai suoi creditori europei e al Fondo monetario internazionale che non può attuare alcuni cambiamenti aggiuntivi richiesti in cambio di nuovi prestiti. La mossa, se confermata, potrebbe ritardare ulteriormente l'erogazione dei fondi di salvataggio di cui Atene ha urgente bisogno per pagare i prestiti del Fmi a giugno e dei bond della Banca centrale europea, in scadenza il 22 luglio e per pagare alcuni arretrati pubblici. Il braccio di ferro potrebbe bloccare anche l’accettazione dei bond greci come garanzia per i prestiti delle banche greche presso la Bce.
La scorsa settimana, dopo mesi di negoziati, la Grecia e i suoi creditori hanno concluso una revisione che ha aperto la strada per la riduzione del debito greco nel 2018. I finanziatori hanno dato il via libera anche all'erogazione di 10,3 miliardi di euro in due tranche, a condizione che Atene modifichi alcune leggi appena varate riguardanti pensioni, privatizzazioni e sulla cessione di crediti in sofferenza.
Ma in una lettera inviata ai creditori la settimana scorsa, il ministro delle Finanze ,Euclide Tsakalotos ha detto che alcune delle richieste aggiuntive non potevano essere soddisfatte. Tra gli altri temi controversi ci sarebbe la vendita di crediti garantiti con garanzia pubblica. Atene vorrebbe esantera questa categoria di prestitti bancari dalla cessione. I creditori vorrebbero anche recuperare un beneficio, ora abolito, dato alle pensioni minime chiamato Ekas che il premier greco Alexis Tsipras in Parlamento aveva promesso che i pensionati non avrebbero dovuto restituire la quota di quest’anno già percepita mente la troika vuole che venga receuperata perché altrimenti ci sarebbe un buco di 100 milioni di euro.

Il punto chiave delle richieste supplementari della troika al governo greco riguarda le privatizzazioni e una maggiore protezione legale rispetto alla magistratura dell’operato dei dirigenti dell’autorità delle privatizzaizoni che decidono di mettere sul mercato alcuni beni pubblici. La richiesta della troika prende le mosse dal fatto che l’autorità per le privatizzazioni ha venduto e poi affittato nel 2014, 28 proprietà immobiliari dello stato. I pubblici ministeri greci hanno aperto una inchiesta accusando alcuni degli operatori di aver provocato un danno erariale alle casse dello stato.

Infine la troika chiede che vengano congelati i salari dei dipendenti pubblici tra cui i militari, la guardia costiera , polizia, giudici e diplomatici. Il ministero della difesa è contrario e starebe cercando altre misure compensative.

Non è chiaro se a questo punto sia o meno a rischio l'erogazione della tranche. Atene sembra non sia disposta a modificare le norme relative alle pensioni. Il braccio di ferro invece sarebbe evitato per altri settori dove il governo sarebbe disposto ad accettare degli emendamenti tecnici ma non delle modifiche sostanziali. Secondo il quotidiano Ta Nea la lettera di Tsakalotos sarebbe stata spedita a al commissario europeo Pierre Moscovici, a Benoit Coeure della Bce e a Poul Thomson del Fmi. Un parlamentare della maggioranza ha lasciato la formzione di Syriza per protesta contro le misure di austerità votate in Parlamento. Questo porta la maggioranza a 152 voti su 300, cioè a un solo voto in più della maggioranza.

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