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Il maltempo spaventa Parigi

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Il maltempo spaventa Parigi

  • –Marco Moussanet

PARIGI

Ieri notte, nel centro di Parigi, il livello della Senna ha sfiorato i 6,50 metri. Si tratta della piena più importante degli ultimi sessant’anni. Superiore a quella del 1982 (6,18 metri) e appena inferiore a quella del 1955 (7,10 metri). Ancora lontana dalla soglia che fa scattare l’allarme rosso nella capitale (7,30 metri) e dal record storico del 1910 (8,62 metri), quando tutti i quartieri intorno al fiume vennero allagati (e di cui ancora si trovano tracce sui muri). Ma sufficiente per inondare le cantine e i garage di alcuni edifici del XVI° arrondissement, dove l’acqua ha raggiunto i 50 centimetri, e il camping del Bois de Boulogne.

Se non si è arrivati alla massima allerta, le conseguenze sono state comunque numerose. E molte le misure, spesso precauzionali, adottate dal Governo e dal Comune, che hanno entrambi attivato una cellula di crisi. La circolazione automobilistica è stata vietata in alcune parti delle strade lungo gli argini (in particolare il tunnel di Bercy e il Quai de Grenelle), così come la navigazione, costringendo a rimanere fermi ai loro attracchi – spesso sommersi – i bateaux-mouche e le chiatte per il trasporto merci. Sono stati chiusi cinquanta parchi e giardini, tra cui quello delle Buttes Chaumont (a causa dell’acqua che sale dalle falde freatiche).

La Ratp, la società che gestisce i trasporti pubblici parigini, ha attivato il suo piano di prevenzione, chiudendo due stazioni della metropolitana (Cluny-Sorbonne e Saint-Michel) e, ieri sera, l'intera linea ferroviaria interurbana Rer C, che costeggia la Senna lungo la Rive Gauche e che nei giorni di maggior affluenza trasporta mezzo milione di persone al giorno.

Qualora l’acqua dovesse superare quota 6,60 metri, la Ratp chiuderà altre stazioni lungo le linee 6,10, 13 e 14 del metro e le Rer A e B. E intanto ha provveduto a trasportare nei pressi delle entrate a maggior rischio decine di migliaia di mattoni in cemento per chiuderle in caso di necessità (dei 322 chilometri di tunnel, 140 sono ritenuti a rischio e 400 i possibili punti d’ingresso dell’acqua).

Da ieri mattina sono chiusi i musei del Louvre (il più visitato al mondo, con nove milioni di ingressi) e d’Orsay. Per permettere il trasferimento ai piani più alti delle opere stoccate nei sotterranei a rischio d’infiltrazioni. Entrambi rimarranno chiusi fino a martedì, per consentire di riportare nei depositi le opere (150mila nel caso del Louvre) e rendere nuovamente agibili le sale espositive. La chiusura precauzionale è stata decisa anche al Grand Palais e nelle due sedi della Biblioteca nazionale.

Gli esperti sono comunque ottimisti. Ormai non piove più da quasi 48 ore e la nuova perturbazione in arrivo dal Belgio dovrebbe spostarsi verso Sud. Ma c’è ovviamente uno sfasamento di tempi tra la fine delle precipitazioni che hanno ingrossato gli affluenti della Senna (in alcune zone è caduta in cinque giorni la stessa quantità d’acqua di un intero mese medio di maggio) e la piena del fiume che attraversa la capitale. Non solo: una volta raggiunto il picco, l’acqua prima si stabilizzerà (rimanendo probabilmente per almeno un paio di giorni al livello massimo) e poi inizierà a calare molto lentamente. Probabilmente la Senna non ritroverà la sua altezza normale, di totale sicurezza, prima di una decina di giorni.

Se a Parigi si inizia comunque a intravvedere la fine dell'emergenza, la situazione rimane invece molto problematica in alcune zone dei dipartimenti a Sud-Est della capitale. Dove negli ultimi tre giorni sono state evacuate 20mila persone. E 18mila famiglie sono ancora senza gas ed elettricità. Mentre le compagnie di assicurazione hanno cominciato a fare i conti: le prime stime parlano di danni rimborsabili per circa 600 milioni, ma la cifra sembra destinata a salire.

Dal canto loro i sindacati che contestano la legge di riforma del mercato del lavoro hanno respinto l’invito del presidente delle Ferrovie a interrompere la protesta – per non accentuare i disagi degli utenti in un momento già difficile - e deciso la prosecuzione dello sciopero (che sta bloccando un treno su tre) almeno fino a lunedì.

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