bruxelles
In un rapporto presentato nel giugno 2015, il presidente delle cinque principali istituzioni europee hanno tratteggiato una riforma di lungo termine dell’unione monetaria. In questo contesto, hanno prospettato qualche forma di unione di bilancio nella zona euro. L’espressione mutualizzazione dei debiti pubblici non appare nella relazione di 24 pagine, tanto la questione è controversa, soprattutto prima delle elezioni in Francia e in Germania nel 2017.
Riferendosi alla necessità di integrare maggiormente le finanze pubbliche, nel rapporto si legge che “un futuro tesoro dell’area dell’euro potrebbe essere un modo in cui mettere in pratica un processo decisionale collettivo” in questo campo. Di più non si dice. La relazione prevede tre grandi fasi (si veda il Sole24 Ore del 23 giugno 2015). Nel 2015-2017 si prevede il completamento dell’unione bancaria, progressi nella convergenza economica, nuovi sforzi per dare legittimità alle scelte politiche europee.
La seconda fase, successiva al 2017, prevede ulteriori progressi nell’architettura istituzionale della zona euro. La terza fase, entro il 2025, dovrebbe essere dedicata al completamento dell’unione monetaria. La relazione è stata scritta dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, con l’aiuto di Mario Draghi (Banca centrale europea), Donald Tusk (Consiglio europeo), Martin Schulz (Parlamento europeo) e Jeroen Dijsselbloem (Eurogruppo).
I cinque presidenti dovrebbero presentare nella primavera del 2017 un calendario più preciso delle fasi 2 e 3. In teoria, dovrebbe essere questa l’occasione in cui parlare di unione di bilancio o di mutualizzazione dei debiti. “Per ora, tutto è congelato – confermava ieri un diplomatico –. Non c’è margine politico per parlare di temi così controversi”. Lo sguardo corre alle presidenziali francesi e alle legislative tedesche, entrambe previste per l’anno prossimo.
Mentre a Parigi il presidente François Hollande deve fare i conti con il Fronte Nazionale, a Berlino la cancelliera Angela Merkel affronta Alternative für Deutschland. In Francia, fa paura la perdita di indipendenza del paese, mentre in Germania si teme l’assunzione degli oneri dei vicini senza che vi sia cessione di sovranità da parte dei partner. L’establishment nei due principali paesi non vuole prendere il rischio di un dibattito su temi che possano rafforzare i partiti più radicali o nazionalisti.
Non per altro, la stessa nascita di una garanzia unica dei depositi bancari, terzo e ultimo pilastro di una unione bancaria che prevede vigilanza unica e risoluzione unica, si sta dimostrando particolarmente sofferta (si veda il Sole 24 Ore di giovedì). I ministri delle Finanze stanno cercando un difficile equilibrio tra riduzione dei rischi nei bilanci bancari e condivisione dei rischi tra i paesi membri. Ciò detto, lo stesso Meccanismo europeo di Stabilità è un primo embrione di Tesoro europeo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA