Mondo

Svizzera al voto per il taglio dei tempi di asilo

  • Abbonati
  • Accedi
Europa

Svizzera al voto per il taglio dei tempi di asilo

  • –Lino Terlizzi

In Svizzera nella tornata di votazioni popolari di oggi riemerge il capitolo dell’asilo. Il Governo elvetico, dopo l’appoggio già avuto dalla maggioranza del Parlamento, cerca ora il consenso degli elettori sul suo progetto di modifica della legge sull'asilo. L’obiettivo dell’Esecutivo è concludere la maggior parte delle procedure entro 140 giorni, con un sì o con un no, in appositi centri che la Confederazione vuole creare. Uno schema di “velocizzazione” che si basa in parte su quanto già approvato da un voto popolare nel 2013 e che di fatto suona come un compromesso tra chi vuole mantenere un’accoglienza non stretta e quanti invece vogliono un giro di vite sull’asilo e sull’immigrazione più in generale.

Gli oppositori, che si richiamano in sostanza alle tesi dello schieramento anti-immigrazione, hanno promosso il referendum per bloccare il progetto. I fautori del no denunciano il fatto che il patrocinio giuridico gratuito per i richiedenti l’asilo tutela questi ultimi più dei cittadini svizzeri. Il Governo controbatte che il meccanismo è utile per fornire garanzie e anche appunto per velocizzare, e inoltre che anche i cittadini elvetici possono beneficiare, a determinate condizioni, di un patrocinio gratuito in questioni legali. Gli oppositori criticano anche il fatto che la Confederazione possa espropriare terreni a Comuni e privati, per insediare i nuovi centri d’asilo. Il Governo afferma che la Confederazione con questi nuovi centri sgraverà i Cantoni e ridurrà i costi e che comunque i luoghi saranno trovati in accordo con Cantoni e Comuni.

Tra i quesiti sottoposti al voto popolare, c’è anche quello che riguarda l’iniziativa “Per un reddito di base incondizionato”. I promotori, che si richiamano soprattutto a posizioni di sinistra sociale, propongono come base di discussione un importo mensile equivalente a circa 2.300 euro per gli adulti ed a circa 570 euro per gli adolescenti ed i bambini. Con queste cifre verrebbero versati annualmente, secondo il Governo, circa 190 miliardi di euro, copribili in parte da prestazioni della sicurezza sociale e da prelievi sui redditi da attività lucrativa. Occorrerebbe trovare però altri 23 miliardi di euro circa, attraverso aumenti delle imposte o tagli alle spese. Il Governo e la maggioranza del Parlamento si oppongono all’iniziativa, sia per ragioni finanziarie, sia perché il reddito di base muterebbe in profondità il legame tra lavoro e reddito, con ripercussioni negative per il mercato del lavoro e la sicurezza sociale.

Nel solo Ticino gli elettori devono pronunciarsi anche sulla “tassa di collegamento”, che riguarderebbe circa 200 imprese proprietarie di parcheggi per dipendenti o clienti con più di 50 posti ciascuno. Nata sull’onda del dibattito sul traffico stradale suscitato dai frontalieri italiani, la tassa toccherebbe molte tra le maggiori imprese. Il Governo cantonale raccomanda il sì anche per ragioni di difesa dell’ambiente, buona parte delle associazioni economiche è per il no.

© RIPRODUZIONE RISERVATA