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Frena l’economia mondiale: mezzo punto in meno…

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le nuove stime della world bank

Frena l’economia mondiale: mezzo punto in meno (+2,4%) per la crescita 2016

FRANCOFORTE – La Banca mondiale taglia le sue previsioni di crescita per l’economia mondiale, colpita da un insieme di fattori: il rallentamento delle economie avanzate, i bassi prezzi delle materie prime, la debolezza del commercio internazionale e il calo dei flussi di capitale. E i rischi sono in aumento.

Secondo l’ultimo aggiornamento delle stime, la Banca prevede che la crescita globale si fermi al 2,4% quest’anno, un taglio di mezzo punto percentuale rispetto all’analisi del gennaio scorso. Il ritmo di espansione, definito «insipido» dal capo economista della World Bank, Kaushik Basu, è lo stesso del 2015, con un’accelerazione al 2,8% nel 2017 e al 3% nel 2018. Anche queste previsioni sono state ridimensionate.

Sullo scenario globale pesa la frenata delle potenze industriali: gli Stati Uniti cresceranno solo dell’1,9%, lo 0,9% in meno di quanto previsto a gennaio; stesso taglio per il Giappone, la cui espansione si fermerà allo 0,5 percento. Per l’area euro, la Banca mondiale prevede ora una crescita dell’1,6%, contro l’1,7% di gennaio.
Sulle economie emergenti e in via di sviluppo, che la Banca mondiale analizza più da vicino, il crollo dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime si fa sentire. I Paesi esportatori cresceranno solo dello 0,4%, contro l’1,6% previsto nel gennaio scorso. Gli importatori, naturalmente, tengono meglio, anche se, osserva la World Bank, i benefici delle basse quotazioni delle commodities stanno faticando a materializzarsi. Per loro la crescita è prevista al 5,8%, sostanzialmente in linea con quella dell’anno scorso.

LE STIME DI CRESCITA
Variazione del Pil, in %

I Brics, i grandi mercati emergenti che fino a qualche anno fa sembrava potessero sostituirsi alle principali economie industriali nel fare da traino all’economia mondiale, sono passati di moda. La Cina sta rallentando, al 6,7% quest’anno contro il 6,9% dell’anno scorso, mentre tiene l’India al 7,6 percento. Ma il Brasile (-4%) e la Russia (-1,2%) soffrono, dopo quella dell’anno scorso, di una recessione ancora più profonda di quella già prevista a gennaio e il Sudafrica dovrebbe crescere solo dello 0,6%, un ritmo più che dimezzato rispetto alle stime di inizio anno.

La Banca mondiale ha elaborato un nuovo indicatore dei rischi globali e questo segna un peggioramento: fra i fattori di rischio, vengono evidenziati un brusco peggioramento dei mercati finanziari (soprattutto con nuovi rialzi dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve in vista), una stagnazione nelle economie avanzate, una fase protratta oltre le attese di bassi prezzi delle materie prime e rischi geopolitici in diverse parti del mondo. «Un elemento che suggerisce cautela – dice Basu – è il rapido aumento del debito privato in diversi Paesi emergenti e in via di sviluppo. Dopo un boom del credito, non è insolito che le sofferenze, in percentuale degli impieghi totali, quadruplichino».

A livello regionale, la World Bank registra ampie disparità: accelera la crescita in Asia meridionale, grazie all’India, e tiene in Estremo oriente e nel Pacifico, ma la contrazione dell’economia russa ha causato un taglio delle previsioni in Europa centrale e orientale e il Brasile ha addirittura trascinato l’intera America latina in recessione. In rallentamento l’Africa sub-sahariana dopo il buon andamento degli anni scorsi.

Al suo 25esimo anno di pubblicazione, lo studio “Global Economic Prospects” della Banca mondiale sottolinea nell’introduzione che i problemi non sono molto diversi da quelli del 1991, quando un insieme di fattori di rischio appariva destinato a precipitare l’economia in una fase di «turbolenze».

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