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Tra Singapore e Ue scambi senza dazi

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Tra Singapore e Ue scambi senza dazi

L’ora di punta nel distretto finanziario di Singapore (Reuters)
L’ora di punta nel distretto finanziario di Singapore (Reuters)

I negoziati per un accordo di libero scambio tra Ue e Singapore sono stati avviati nel marzo 2010 e si sono conclusi nel dicembre 2012, a eccezione della tutela degli investimenti. Su questo versante le trattative sono cominciate nel 2011 e sono arrivate a compimento nell’ottobre 2014, segnando quindi la chiusura dell’accordo, dopo la sigla degli altri capitoli nel settembre 2013. L’intesa, in attesa, stabilisce una zona di libero scambio, attraverso la liberalizzazione dei servizi, degli investimenti e degli appalti pubblici e la rimozione dei dazi doganali e degli ostacoli non tariffari.

Via i dazi
L’accordo prevede l’eliminazione di tutti i dazi entro cinque dall’entrata in vigore. Già ora più della metà delle importazioni da Singapore può superare le dogane Ue senza sottostare a dazi, dato che per buona parte si tratta di prodotti che rientrano nelle intese Wto di azzeramento delle tariffe. Nell’accordo la Ue si impegna a eliminare immediatamente i dazi su tre quarti di tutte le importazioni, e sulla parte rimanente nel corso di periodi transitori compresi tra tre e cinque anni.

Da parte sua, Singapore già autonomamente non applica dazi sulla maggioranza delle importazioni. Tuttavia, per circa un terzo di tutte le linee tariffarie, Singapore non ha assunto obblighi nel quadro della Wto e dove lo ha fatto il livello dei dazi vincolati in base alle regole Wto è in genere molto superiore rispetto al livello nei fatti applicato. È questo il caso di numerosi settori manifatturieri di grande interesse per gli esportatori Ue. In mancanza dell’accordo, Singapore potrebbe, in qualunque momento, aumentare i dazi applicati sino ai livelli vincolati su base multilaterale. Inoltre, con l’accordo di libero scambio, Singapore non solo vincola il suo attuale livello di libero accesso tariffario per gli esportatori della Ue, ma elimina anche tutte le altre tariffe doganali sulle bevande alcoliche, compresa la birra.

Regole d’origine
Le regole di origine concordate in un accordo di libero scambio stabiliscono i parametri per determinare quali prodotti possano essere considerati «originari» di uno dei contraenti.

L’accordo Ue-Singapore contiene un breve elenco dei prodotti per i quali un certo grado di cumulo dell’origine all’interno dell’Asean (l’Associazione degli Stati del Sud-Est asiatico, di cui oltre Singapore fanno parte Vietnam, Indonesia, Malesia, Brunei, Thailandia, Laos, Cambogia, Myanmar, Filippine) è consentito, per tenere conto del fatto che l’economia di Singapore — che include le molte succursali stabilite da imprese europee nella regione — è ben integrata nelle catene di approvvigionamento della regione. I principi che disciplinano tale cumulo sono simili a quelli applicati — su scala molto più ampia — a norma del regolamento Spg (Schema delle preferenze generale) della Ue, che si applicano alla maggior parte dei Paesi Asean.

Le barriere non tariffarie
Il porto di Singapore è un importante punto di transito tra l’Europa e l’Asia orientale. Pertanto, entrambe le parti hanno un interesse comune nell’efficienza delle procedure doganali e hanno adottato principi di semplificazione, armonizzazione, standardizzazione e modernizzazione delle stesse.

L’accordo, inoltre, contiene norme su una serie di barriere non tariffarie che colpiscono alcuni dei principali settori di esportazione della Ue.

Per quanto riguarda i veicoli a motore e le loro componenti, Singapore riconoscerà le attuali norme e test dell’Unione europea, sulla base del presupposto che le autovetture che garantiscono una guida sicura sulle strade europee, faranno altrettanto su quelle di Singapore. Non sarà quindi più necessario fornire nuove certificazioni e test al momento dell’importazione a Singapore.

In modo analogo, le norme sui prodotti elettronici eliminano gli oneri amministrativi derivanti dalla duplicazione di alcuni test. La verifica obbligatoria da parte di un soggetto terzo viene sostituita da forme più leggere di valutazione di conformità (come la dichiarazione di conformità del fornitore, il sistema prevalente nella Ue), nella misura in cui ciò sia compatibile con la sicurezza dei consumatori, la salute e la protezione dell’ambiente. Singapore riesaminerà l’elenco dei prodotti che richiedono ancora test da parte di soggetti terzi, con l’obiettivo di restringerlo. Una prima serie di prodotti escono subito da questa lista: apparecchi televisivi, scaldabagno e condizionatori d’aria. Si stima che il costo attuale per certificare la conformità alle norme di Singapore sia dell’ordine di 1.800-3.100 euro per prodotto, maggiorato di una tassa di registrazione di 180 dollari di Singapore (110 euro), nonché delle imposte applicabili.

L’accordo contiene anche disposizioni sulle apparecchiature per la produzione di energia rinnovabile e garantisce parità di trattamento per i fornitori e quindi vieta a una parte di concedere preferenze (ad esempio attraverso norme in materia di contenuto locale, un fenomeno comune nella regione) ai propri produttori. Singapore accetterà senza ulteriori requisiti le dichiarazioni di conformità o i rapporti di prova Ue per l’immissione di tali apparecchiature sul mercato. La Ue farà altrettanto.

Le misure sanitarie e fitosanitarie
La rimozione degli ostacoli non tariffari agli scambi è importante anche per prodotti d’origine animale, trasformati o meno (carni e prodotti a base di carne), e di origine vegetale. In questo ambito, Singapore attualmente applica alle importazioni dalla maggior parte degli Stati membri della Ue un sistema oneroso e costoso, soprattutto per le Pmi, in cui ogni singolo stabilimento di produzione deve essere autorizzato individualmente.

In futuro, i requisiti fitosanitari verranno basati su una valutazione delle prestazioni dei sistemi di ispezione e certificazione istituiti dalle rispettive autorità competenti degli Stati Ue. Questo approccio sarà basato su norme internazionali in materia di revisione, sarà non discriminatorio e trasparente, e consentirà di ridurre le distorsioni del commercio, mantenendo un adeguato livello di protezione sanitaria.

I servizi
Singapore rappresenta più della metà degli scambi di servizi commerciali Ue-Asean. L’Ue ha ottenuto nuovi impegni nelle telecomunicazioni, nei servizi ambientali e finanziari, d’ingegneria e di architettura, postali, dei trasporti marittimi e informatici. Singapore, da parte sua, ha ottenuto dalla Ue impegni comparabili a quelli concessi nell’accordo di libero scambio con la Corea. L’intesa amplia in modo sostanziale gli impegni della Ue per gli operatori di Singapore in un’ampia gamma di settori: servizi di telecomunicazione, finanziari, informatici, di trasporto, ambientali nonché alcuni servizi alle imprese e servizi finanziari.

Appalti pubblici
La Commissione Ue stima che il mercato degli appalti di Singapore raggiunga un valore di 5-8 miliardi di euro l’anno e calcola che, in base all’accordo, la partecipazione europea agli appalti di Singapore aumenterà da circa la metà a circa tre quarti. Inoltre, Singapore ha ampliato i tipi di appalti pubblici di servizi soggetti agli impegni assunti in materia di trasparenza e non discriminazione.L’accordo prevede la protezione dei diritti d’autore per un periodo di 70 anni; un’equa remunerazione unica per i produttori di fonogrammi per la radiodiffusione via etere e l’esecuzione pubblica delle opere; disposizioni in materia di protezione dei dati riguardanti i test comunicati per ottenere un’autorizzazione amministrativa all’immissione sul mercato di prodotti farmaceutici e di prodotti chimici per l’agricoltura; disposizioni sulle misure da prendere alle frontiere con un campo di applicazione più esteso.

Proprietà intellettuale e indicazioni geografiche protette
Le due parti hanno anche convenuto di mantenere o istituire
un registro per la protezione delle indicazioni geografiche (Ig), come lo Champagne e il Prosciutto di Parma. Tale registro consentirà una maggiore trasparenza e certezza riguardo a quali Ig sono protette in una data giurisdizione e può, quindi, ridurre i costi per i titolari dei diritti. I prodotti agroalimentari godranno dello stesso livello di protezione previsto per i vini e le bevande alcoliche. La Ue ha proposto una prima serie di 196 Ig come priorità. Tuttavia, una volta operativo, il futuro registro sarà aperto a ulteriori richieste.

I numeri
Analisi preliminari indicano che le esportazioni della Ue verso Singapore potrebbero aumentare di circa 1,4 miliardi di euro su un periodo di 10 anni e quelle di Singapore verso la Ue di circa 3,5 miliardi (comprese le esportazioni da parte di molte imprese europee stabilite a Singapore), senza considerare gli effetti dell’eliminazione delle barriere non tariffarie. Il Pil reale della Ue dovrebbe crescere di circa 550 milioni di euro in 10 anni, quello di Singapore di 2,7 miliardi di euro.

Gli scambi di merci tra la Ue e Singapore hanno superato 49 miliardi di euro nel 2015 e il commercio di servizi i 36 miliardi di euro nel 2014. Lo stock di investimenti reciproci ha raggiunto quota 147 miliardi di euro.

Singapore rappresenta circa il 62% dello stock di investimenti tra Ue e Asean ed è il terzo investitore asiatico nella Ue, con uno stock di investimenti diretti esteri di molto superiore a quello di Cina o India. Circa 10mila imprese Ue sono presenti a Singapore e se ne servono come base per operare nel bacino del Pacifico. Tali società sono attive in numerosi settori manifatturieri (come l’elettronica, i prodotti farmaceutici, i mezzi di trasporto e le tecnologie «verdi») e dei servizi (trasporti e logistica, ingegneria, finanza, servizi giuridici e altri servizi professionali).

(Vedi il Rapporto Paese Singapore)

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