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le prospettive cinesi

Debito e sovracapacità frenano Pechino: crescita 2017 al 6% per l’Fmi

Il vicedirettore dell’Fmi, David Lipton, durante la conferenza stampa conclusiva della missione a Pechino
Il vicedirettore dell’Fmi, David Lipton, durante la conferenza stampa conclusiva della missione a Pechino

PECHINO - Un verdetto ancora da limare, non definitivo, che però la dice lunga sullo stato di salute della Cina. La revisione annuale (in gergo, il cosiddetto articolo IV) del Fondo monetario internazionale realizzata a Pechino anticipa la sentenza per bocca del vicedirettore dell’Fmi, David Lipton: la Cina crescerà appena del 6%, nel 2017, ben sotto la linea del Piave del 6,5 programmata nei prossimi cinque anni.

CRESCITA IN FRENATA
Variazione percentuale annua del Pil. Anni 2016 e 2017 stime (Fonte: Fmi)

Le cause? Sovracapacità, rischi finanziari e, soprattutto, il debito rampante che ha raggiunto il 225% del Pil raddoppiando, quasi, a partire dal 2008.
David Lipton in conferenza stampa al Ritz, nel Financial District, ha detto che, insomma, «i rischi aumentano, le prospettive economiche a breve termine della Cina si reggono sulla politica di sostegno ma quelle a medio termine diventano più incerte a causa del rapido aumento del credito, della capacità industriale in eccesso e dei rischi del settore finanziario. I vincoli di bilancio delle aziende statali sono stati resi più severi e questo rende più difficile trovare ammortizzatori».

Dati gli stretti collegamenti tra le società di proprietà del governo, le banche statali e le industrie del carbone e dell'acciaio, David Lipton ha rivelato che Pechino per spezzare questo circuito «ha istituito un gruppo di lavoro con un chiaro mandato per realizzare una profonda ristrutturazione del settore statale. È infatti necessario un piano per affrontare il rapido aumento del debito aziendale, è un “imperativo” per evitare “seri problemi” lungo la strada ed è necessario un piano globale per indurire i vincoli di bilancio sulle imprese statali, ristrutturare o liquidare le imprese deboli e riconoscere e di allocare le perdite».

Sul renminbi, che il prossimo 1° ottobre entrerà nel basket Fmi per il calcolo dei diritti speciali di prelievo, Lipton ha detto che «è sostanzialmente in linea con i fondamentali e che sta diventando sempre più flessibile, nei prossimi due anni le fluttuazioni potrebbero raggiungere un livello normale. La Cina continua la sua transizione verso un percorso di crescita sostenibile e sta facendo progressi su molte dimensioni di riequilibrio. Tuttavia, il progresso è stato anche irregolare».
Quanto ai rischi del settore finanziario, ha detto che è «necessaria un’azione su più fronti, per affrontarli in un modo più coordinato tra le autorità di regolamentazione e mercati. Si consigliano azioni precise sul potenziamento degli ammortizzatori bancari e della rilevazione delle perdite potenziali».
La Cina ha fatto comunque «progressi su miglioramento dei dati e politiche di comunicazione ai mercati e al pubblico. Le comunicazioni dovrebbero svolgere un ruolo più importante nel chiarire le intenzioni politiche e ridurre le incertezze. La crescita del debito ha bisogno di rallentare sostanzialmente a stabilizzare il rapporto debito/Pil».

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