LONDRA – La Corte europea di giustizia si muove in soccorso di Londra contro Brexit con un verdetto che si allinea ai desideri del governo britannico. I giudici della Ue hanno infatti accolto la tesi del governo britannico deciso a non riconoscere gli assegni sociali previsti dalla legge nazionale a cittadini Ue disoccupati e residenti nel Regno Unito da meno di cinque anni. La disputa nasce dalla presa di posizione della Commissione che aveva denunciato il no di Londra – sulla base del cosidetto test per il diritto di residenza -ai benefits per i neo immigrati Ue senza lavoro.
Secondo Bruxelles la mossa britannica andava contro le regole del mercato interno, tesi che il governo di David Cameron aveva rigettato, innescando una querelle finita davanti ai giudici del Lussemburgo. Il riconoscimento della validità della misura adottata da Londra anticipa le nuove regole di membership dell'Unione negoziate nei mesi scorsi da David Cameron e che, fra l'altro, prevedono l'esclusione degli assegni sociali ai cittradini Ue nei primi quattro anni di residenza in Gran Bretagna. «Prima di passare all'incasso – ha sempre teorizzato il governo conservatore – gli immigrati devono aver contribuito al sistema britannico».
“Prima di passare all'incasso – ha sempre teorizzato il governo conservatore – gli immigrati devono aver contribuito al sistema britannico”
La decisione della Corte aiuta il fronte Remain che potrà vantare il riconoscimento della specificità britannica nel contesto europeo ma ma non basta per rischiarare un'altra giornata di fuoco sui mercati cominicata con il Ftse 100 in caduta di 1,14% e la sterlina sul dollaro di nuovo in calo dello 0,7% a quota 1,41. Un valore che secondo gli analisti di Ig, leader in online trading, non è del tutto negativo. «È significativo che nonostante le vendite di sterline sul mercato in questi giorni, la valuta britannica continui a tenere sulla soglia di 1,41. Una dinamica che indica due possibilità: o i volumi sono ridotti perchè i traders lasciano gli scambi oppure il mercato crede che lo status quo possa prevalere». Ovvero creda a una vittoria di Remain.
È possibile, eppure anche Ig ha rivisto la sua analisi del rischio portando dal 30 al 40,5% le chance di Brexit. Una mossa in linea con l'atteggiamento cauto degli allibratori. Il senso di un consistente rafforzamento del fronte Leave nasce ancora una volta da una raffica di sondaggi negativi. YouGov uno fra i più accreditati istituti di ricerca del Regno Unito ha fatto segnare il suo picco per Brexit con sette punti di vntaggio su Remain. Inoltre un sondaggio telefonico – la modalità più affidabile- realizzato da Icm per il Guardian garantisce sei punti a Leave quando la domanda non contempla gli indecisi. Resta da vedere se li convincerà il Sun, il tabloid di Rupert Murdoch che ha dato il suo endorsement al divorzio anglo-europeo con un enfatico BeLeave, coniugando il verbo credere con lasciare. Un gioco di parole che spegne i pochi sorrisi ancora rimasti nelle stanze di Downing street.
© Riproduzione riservata