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L’ambasciatore italiano in Russia: «Servono rapidi passi…

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INTERVISTA A CESARE MARIA RAGAGLINI

L’ambasciatore italiano in Russia: «Servono rapidi passi avanti sugli accordi di Minsk»

SAN PIETROBURGO - La partecipazione italiana al Forum economico di Pietroburgo, con l'arrivo giovedì sera di Matteo Renzi, è un punto di partenza, nonostante il grande lavoro alle spalle compiuto in questi mesi dal sistema Italia: Cesare Maria Ragaglini, ambasciatore d'Italia a Mosca, invita a non fermarsi qui ma a guardare «nella direzione che dobbiamo prendere, verso maggiori investimenti e maggiori collaborazioni industriali tra imprese italiane e russe». E la partecipazione della presidenza del Consiglio «è il segnale più evidente del sostegno delle istituzioni italiane».

È corretto dire che sul fronte delle sanzioni, ma anche sul fronte del legame tra la Russia e l'Unione Europea qualcosa sta cambiando? E che è iniziato un processo di allentamento graduale delle sanzioni?
Quello che si può dire è che al Consiglio europeo di giugno dovrà esserci una discussione molto approfondita sugli Accordi di Minsk, da cui poi sostanzialmente dipende il regime delle sanzioni. Quello che noi pensiamo è che dobbiamo inculcare in tutte le parti in causa un senso di urgenza sulla necessità di fare rapidamente concreti passi avanti. Perché dalle ultime intese di Minsk è ormai trascorso un anno e mezzo, e nessuno in Europa si può permettere che questo stallo duri. La prima vittima è la popolazione ucraina. Credo che dal Consiglio dei capi di Stato e di Governo europei debba venire un messaggio molto forte che dia slancio ai negoziati diplomatici cercando di interrompere questo circolo vizioso di accuse e controaccuse reciproche in cui ci siamo incagliati. Non possiamo avere nel cuore dell'Europa una crisi di questo genere. La cosa più importante è dare questo senso di urgenza.

Qualcuno parla di una “diplomazia creativa” al lavoro per trovare, a prescindere dalle sanzioni, altri modi per riprendere a collaborare con Mosca.
Credo che a due anni dall'inizio della crisi ucraina sia chiaro a tutti che la soluzione non può non prevedere un ruolo attivo e costruttivo di Mosca. Anche questo dialogo avviato tra Stati Uniti e Russia sulla Siria è positivo: ha fatto uscire il conflitto siriano dallo stallo, innescando un processo politico, e nello stesso tempo ha avviato anche un confronto tra Mosca e Washington sull'Ucraina. Però io credo che la Ue debba avere un ruolo in questa crisi, se non altro perché avviene in Europa, e debba esercitarlo.

Come si inserisce in questo contesto la visita di Matteo Renzi a Pietroburgo?
L'Italia era stata invitata l'anno scorso a partecipare al Forum in qualità di Paese ospite d'onore, è la prima volta che accade. Credo sia un riconoscimento del lavoro fatto in Russia sia per quanto riguarda l'apertura del dialogo politico verso Mosca, sia per tutto quello che abbiamo fatto per i rapporti economici. Certo, la situazione economica non è particolarmente facile, anche se piano piano la Russia sta uscendo dalla recessione, e ha avviato una politica di sostituzione delle importazioni che sostanzialmente prevede una diversificazione dell'economia. In questo le imprese italiane possono avere un ruolo straordinario, purché riescano a cogliere le opportunità che si presentano.

Ma il modello della localizzazione è proponibile per tutti?
Ho l'impressione che difficilmente in Russia torneremo ai livelli di interscambio del passato: dobbiamo prendere atto di un calo significativo dell'interscambio. Ma se le imprese italiane vogliono mantenere presenza su questo mercato, la via maestra sono gli investimenti diretti o la collaborazione industriale. È vero che il nostro sistema è basato principalmente su piccole e medie imprese che possono avere difficoltà di finanziamento o anche di conoscenza del mercato: ma è anche vero che le nostre aziende dovrebbero iniziare a fare quello che quasi mai hanno fatto, e cioè associarsi. Ci sono filiere produttive che possono vedere cinque o sei aziende insieme, solo che le aziende devono iniziare a capire - e rapidamente - che il concorrente non è il vicino di casa ma sono i tedeschi, i francesi, i cinesi, i giapponesi. E quindi riuscire ad associarsi. Lancio un appello alle imprese italiane: noi come Ambasciata, insieme all'Ufficio Ice, abbiamo predisposto una Guida per gli investimenti italiani in Russia, con tutte le informazioni essenziali per l'investitore che voglia avvicinarsi a questo mercato russo. Noi siamo qui per aiutare, sostenere, dare le indicazioni migliori su come investire, attraverso quali strumenti finanziari. Ma è questo il momento di farlo: questa non sarà una finestra aperta all'infinito.

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