LONDRA - Il vero vincitore è lui: Nigel Farage, fondatore e leader dello UK Independence Party (Ukip), ha ottenuto quello che chiede da decenni. Stamattina ha dichiarato trionfale che il giorno del referendum dovrebbe diventare una festa nazionale, celebrata come “Independence Day”. «Ora siamo finalmente liberi di iniziare a siglare i nostri accordi commerciali e i nostri rapporti con il resto del mondo - ha dichiarato -. Ci lasciamo alle spalle un'unione politica che sta fallendo e ci siamo dati la possibilità di unirci al mondo in un'economia globale per il 21esimo secolo». Mentre i leader della campagna pro-Brexit, Michael Gove e Boris Johnson, hanno aderito alla causa solo pochi mesi fa, per Farage tagliare i legami con Bruxelles è stata la missione politica di tutta la vita.
Dopo un periodo di lavoro nella City di Londra, nel 1992 Farage aveva lasciato il partito conservatore per protesta dopo la firma del trattato di Maastricht che prospettava un'unione sempre più stretta tra Paesi europei. Nel 1993 aveva fondato la Anti-Federalist League, che è poi diventata Ukip.
Nel 1999 Farage era stato eletto eurodeputato e nel 2006 era stato eletto leader del partito, ribattezzato Ukip per indicare chiaramente già dal nome quale fosse l'obiettivo unico del nuovo movimento anti-Ue.
L'establishment politico non aveva preso sul serio Ukip, e il leader dei conservatori David Cameron lo aveva definito un partito di “matti, svitati e razzisti”.
Farage, che nonostante abbia studiato in una delle scuole private più esclusive di Londra si presenta come un “uomo del popolo”, preferibilmente fotografato al pub con il sorriso sulle labbra e una pinta di birra in mano, ha sempre dichiarato di avere il polso del Paese. Secondo lui “nove conservatori su dieci” erano d'accordo sulla necessità di uscire dall'Europa.
L'ampliamento della Ue ai Paesi dell'Est Europa e il boom imprevisto di immigrati in Gran Bretagna ha favorito Ukip. Farage ha chiesto la chiusura delle frontiere e dichiarato che la situazione era ormai insostenibile. Alle elezioni europee del 2014 Ukip ha ottenuto il 27,5% dei voti, mentre alle politiche dello scorso anno in Gran Bretagna ha conquistato 4 milioni di voti.
Farage non era riuscito a farsi eleggere deputato e aveva anche rassegnato le dimissioni, tornando leader dopo poco “per volontà della base”. Ukip era riuscito a mandare un solo deputato a Westminster, e per un periodo era sembrato in declino.
La decisione di Cameron di indire un referendum, ironicamente presa anche per neutralizzare Ukip, ha invece avuto l'effetto di galvanizzare il partito. Farage ha fatto campagna elettorale con la consueta passione populista, portando il suo messaggio in ogni pub e villaggio d'Inghilterra. Snobbato per anni dall'establishment politico britannico, difficilmente Farage avrà un ruolo ufficiale nella “nuova” Gran Bretagna. Però oggi è lui che può giustamente rivendicare gran parte del merito della vittoria.
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