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I «paletti» dei broker per evitare l’impatto

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I «paletti» dei broker per evitare l’impatto

  • –Maximilian Cellino

Parola d’ordine: evitare il disastro successivo alla decisione della Banca nazionale svizzera di abbandonare il cambio fisso del franco con l’euro. Un anno e mezzo fa gli investitori furono presi di sorpresa da quell’annuncio e si trovarono a operare su mercati totalmente illiquidi subendo in molti casi pesanti perdite. Con loro subirono conseguenze anche le società di brokeraggio, in particolare quelle più legate al trading online, che oggi corrono quindi al riparo perché il referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Ue sarà sì un evento certo (a differenza del terremoto sul franco svizzero), ma il suo esito è in grado di creare danni rilevanti ai portafogli.

Così, fra banche d’affari come Ubs e Barclays che hanno avvertito di non essere in grado di soddisfare ordini di mercato automatici come stop-loss in caso di movimenti estremi del mercato, c’è anche chi ha provato ad agire in modo preventivo sugli investitori, avvertendoli dei rischi che corrono in queste ore e soprattutto aumentando i margini richiesti a copertura delle operazioni di trading sulle attività più sensibili al tema britannico.

Swissquote, broker elvetico con sede però anche a Londra e clienti sparsi un po’ per tutta Europa, ha per esempio aumentato dall’1% al 5% il margine richiesto per le posizioni sul cambio sterlina/dollaro, su tutti gli altri cross legati alla divisa britannica e ha portato sempre al 5% la richiesta di denaro a copertura degli investimenti sull’oro (valutato in sterline), sui Gilt (i titoli di stato del Regno Unito) e sul Ftse 100 (l’indice della Borsa di Londra).

In altre parole, chi investe (o ha già investito) 100 sterline in queste attività deve lasciare a garanzia un deposito di 5 sterline anziché una (o due per gli strumenti meno liquidi). «Da almeno due settimane abbiamo iniziato a informare i clienti delle condizioni che si possono verificare sul mercato, perché è importante far capire quali siano i rischi e prendere le contromisure per mitigare il loro impatto», ha spiegato Federico Cirulli, a.d. di Swissquote Ltd.

Informare e difendere i clienti per mettere contemporaneamente al riparo da sorprese la banca stessa è del resto l’obiettivo principale anche di chi opera in Italia come Fineco, Ig e Saxo Bank, che hanno di recente aumentato i margini sui trade più sensibili all’eventuale Brexit (alcuni solo sulle nuove posizioni e non sulle esistenti). «Anche se non si tratta di una situazione analoga a quella verificatasi sul franco, perché abbiamo avuto ampie rassicurazioni dalle banche centrali sull’adozione di un piano di coordinamento che preveda misure straordinarie per garantire liquidità in queste ore, da oltre un mese abbiamo contattato i clienti uno a uno per spiegare opportunità e rischi, ma soprattutto per ricordare loro le coperture possibili», ha aggiunto Gian Paolo Bazzani, a.d. di Saxo Bank Italia. Prevenire è in fondo sempre meglio che curare.

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