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10/10 Disoccupazione-meccanismo-comune-antishock

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    la risposta di bruxelles

    Dal lavoro al fisco e agli immigrati, i 10 dossier per rilanciare la Ue dopo Brexit

    Le istituzioni europee sono chiamate ad affrontare temi decisivi per favorire una maggiore integrazione

    10/10 Disoccupazione-meccanismo-comune-antishock

    Alla vigilia del referendum britannico, durante il question time alla Camera, rispondendo a una domanda sulla strategia italiana in caso di Brexit, il ministro Padoan ha tirato fuori uno dei suoi cavalli di battaglia: un meccanismo comune per mitigare la disoccupazione ciclica, strumento attuabile a trattati invariati per fare un passo avanti verso il rafforzamento della dimensione sociale dell’Eurozona. Si tratterebbe, nella visione di Padoan, di un vero e proprio stabilizzatore automatico condiviso, visto che Paesi con forti vincoli di bilancio potrebbero non essere in grado di fronteggiare repentini aumenti della disoccupazione in caso di shock asimmetrici. Come funzionerebbe questo schema di assicurazione europea contro la disoccupazione? Con un fondo finanziato in parte da una capacità fiscale comune e in parte con risorse nazionali oggi già destinate ai sussidi di disoccupazione. L’assicurazione scatterebbe per i Paesi che sperimentano improvvisi aumenti della disoccupazione con l’accompagnamento di adeguati meccanismi di incentivo/disincentivo per evitare comportamenti opportunistici. L’attivazione dei trasferimenti sarebbe fuori dal controllo dei Paesi beneficiari, i quali verrebbero tuttavia invitati ad attivare riforme strutturali del mercato del lavoro.

    Il sussidio europeo contro la disoccupazione congiunturale fa parte del documento che l’Italia ha presentato in febbraio, proprio nelle stesse settimane in cui la Gran Bretagna di Cameron contrattava condizioni di favore con la Commissione da attuare in caso di vittoria del Remain e tra le quali spiccava la riduzione delle garanzie di welfare per i cittadini europei nei primi anni di impiego nel Regno Unito.

    Ora che la Gran Bretagna si avvia a un complesso negoziato per l’uscita dall’Unione quella proposta ha più o meno possibilità di fare strada? Probabilmente la risposta è positiva, visto che, escludendo la Germania, i maggiori Paesi europei hanno ancora tassi di disoccupazione superiori al 10-11%, il doppio rispetto al 5,3% inglese.

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