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6/10 Energia / Sulle emissioni la partita più difficile

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    la risposta di bruxelles

    Dal lavoro al fisco e agli immigrati, i 10 dossier per rilanciare la Ue dopo Brexit

    Le istituzioni europee sono chiamate ad affrontare temi decisivi per favorire una maggiore integrazione

    6/10 Energia / Sulle emissioni la partita più difficile

    Sul mondo dell’energia con ogni probabilità non saranno molto evidenti gli effetti dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Il settore parla un linguaggio universale di barili, chilowattora e metri cubi che travalica i confini. Potrebbe cambiare però la politica energetica inglese, e con essa potrebbe cambiare anche la politica ambientale. L’Inghilterra e il suo processo di liberalizzazione dell’elettricità e del gas era stato adottato vent’anni fa dall’Italia come modello e oggi il sistema adottato nella Penisola è abbastanza simile a quello della Gran Bretagna.

    Quando l’uscita dalla Ue sarà realizzata, l’Autorità dell’energia italiana continuerà a dialogare con quella inglese come ha sempre fatto, e come normalmente avviene con tutti i Paesi, che facciano parte o no della Ue. L'Inghilterra è ben connessa con l’Europa da linee energetiche condivise, elettriche e di gas, come avviene per altri Paesi europei che non fanno parte dell’Unione europea come nel caso della Svizzera o della Norvegia.

    Bisognerà osservare se prenderanno pieghe differenti le politiche energetiche più complessive, soprattutto quelle legate al tema delle emissioni. La Gran Bretagna si è concessa il lusso di chiudere non molti mesi fa l’ultima miniera di carbone perché è ricchissima di risorse petrolifere nel mare del Nord e perché ha adottato una politica di valorizzazione delle risorse naturali: non solamente ha riserve ancora generose di petrolio e metano ma perché vuole rafforzare le fonti rinnovabili. Londra potrebbe non aderire più alle scelte condivise in sede Ue verso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, il gas cambia clima, e virare con decisione verso i combustibili fossili di cui ha abbondanza. Ma c’è un elemento condizionante. I giacimenti di greggio e di metano della Gran Bretagna non sono in Inghilterra. Sono all’estremità settentrionale del Regno: in Scozia. La quale medita l’ipotesi di abbandonare il Regno Unito e di rientrare nella Ue con tutta la sua dote di giacimenti.

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