Mondo

5/10 Immigrati / Emergenza profughi: un piano in due fasi

  • Abbonati
  • Accedi
    la risposta di bruxelles

    Dal lavoro al fisco e agli immigrati, i 10 dossier per rilanciare la Ue dopo Brexit

    Le istituzioni europee sono chiamate ad affrontare temi decisivi per favorire una maggiore integrazione

    5/10 Immigrati / Emergenza profughi: un piano in due fasi

    Gli ultimi dati sugli arrivi di migranti nel Regno Unito (330mila persone di cui 180mila dalla Unione) hanno confermano il fallimento delle promesse del premier David Cameron in campagna elettorale ovvero di mantenere i neo residenti sotto quota 100mila. Cameron ha fallito sui migranti e ne ha pagato le conseguenze. Sebbene Londra avesse un opting out (deroga) sulla redistribuzione dei profughi e fosse fuori da Schengen. Che accadrà senza Londra sulla questione dei migranti? È una partita lunga quella che si prospetta per il piano strategico presentato l’11 giugno dalla Commissione Ue per affrontare i flussi migratori provenienti da Africa e Asia. L’iniziativa è stata accolta bene ma non tutti i governi sono pronti a versare un contributo nazionale. Il piano prevede il negoziato di accordi bilaterali con sedici Paesi. Si vuole accelerare i rimpatri e investire sul posto per sostenere la crescita economica. C’è chi vuole privilegiare la collaborazione con i paesi dell’Africa e altri con l’Afghanistan o il Pakistan.

    Nel breve il piano prevede un rafforzamento del Fondo fiduciario Ue-Africa con 500 milioni di euro provenienti dal bilancio comunitario e altri 500 milioni dai paesi membri. A lungo termine, la Commissione vuole creare un nuovo Piano d’investimenti all’estero con una base di 3,1 miliardi di euro provenienti dal bilancio comunitario e altrettanti versati dai Paesi membri. Una leva finanziaria dovrebbe portare il totale a 61 miliardi.

    Inoltre il Consiglio e Parlamento hanno approvato il 23 giugno scorso la proposta di creare un nuovo corpo europeo di guardie di frontiera, parte importante per rafforzare i confini esterni dell’Unione e premessa per garantire la libera circolazione nell’area Schengen. Il testo prevede l’intervento della nuova forza in uno Stato membro, ma solo con l’accettazione del Paese stesso. Infine c’è la riforma del sistema di Dublino che ha mostrato tutti i suoi limiti, la riforma del diritto di asilo oltre alle resistenze di molti paesi ad accogliere le quote dei migranti. Insomma anche senza Londra, la Ue resta divisa e una soluzione è ancora lontana.

    © Riproduzione riservata