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9/10 Sicurezza comune / La Difesa cerca un nuovo leader

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    la risposta di bruxelles

    Dal lavoro al fisco e agli immigrati, i 10 dossier per rilanciare la Ue dopo Brexit

    Le istituzioni europee sono chiamate ad affrontare temi decisivi per favorire una maggiore integrazione

    9/10 Sicurezza comune / La Difesa cerca un nuovo leader

    Lo tsunami del voto britannico del 23 giugno non cambierà nella forma l’ordine del giorno del Consiglio europeo che si riunisce domani e dopodomani, almeno nella parte che riguarda la nuova strategia di difesa della Ue messa a punto da Federica Mogherini, l’alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza, in un anno di lavoro dopo il mandato ricevuto dai capi di stato e di governo. Gli attentati di Parigi dello scorso anno e le minacce dirette e indirette rappresentate dai conflitti esterni hanno infatti messo in primo piano l’esigenza di difesa e sicurezza comuni per l’Unione.

    L’obiettivo è noto: individuare e definire un percorso ragionevolmente rapido per mettere a fattor comune le forze di sicurezza interna ed esterna degli Stati membri, allo scopo di superare la frammentazione delle forze armate e dei servizi di sicurezza, migliorarne l’efficienza e ridurne in modo significativo i costi complessivi. Un processo che richiederà decisioni non facili, in termini di cessione di sovranità ma anche di politica industriale. Il documento è pronto ed è stato già veicolato in bozza nelle capitali, ma è ovvio che ora dovrà essere rivisto: bisognerà rifare i conti senza il Regno Unito, il partner forse più importante in termini militari e di servizi di sicurezza.

    Nel mutato scenario europeo, è plausibile che un ruolo di primo piano nella difesa venga affidato alla Francia, rimasta l’unico Stato membro a sedere nel Consiglio di sicurezza dell’Onu e l’unico che ha l’atomica, dunque la principale forza militare. Posto che nei nuovi equilibri la Germania manterrà il pallino della governance economica, gli interrogativi sono due: François Hollande è in condizione di assumersi questa responsabilità anche nei confronti dei suoi elettori e nonostante le pressioni del Front National? E l’Italia che ruolo può provare a giocare anche nella difesa? Mediterraneo? Libia? Che spazio le lasceranno Parigi e Berlino? I prossimi mesi, o forse solo settimane, saranno decisivi. Per la Ue e per l’Italia nella Ue

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