NEW YORK – Forse non ce n'era bisogno, ma per chi avesse avuto ancora dubbi su come la pensa, Barack Obama ha espresso ieri nel modo più incisivo possibile tutto il suo disappunto su Brexit, un incidente della storia che rallenta le integrazioni commerciali e che potrebbe nel medio periodo creare dei problemi alla crescita mondiale. “Non dobbiamo solo pensare alle reazioni a breve dei mercati - ha detto il Presdiente americano in una conferenza stampa in Canada - Le banche centrali erano pronte ad assorbire l'urto di Brexit e così pure le tesorerie mondiali. E difatti le perdite stanno rientrando. Piuttosto dobbiamo pensare alle conseguenze di lungo termine. C'è il rischio di un impatto sulla crescita globale e tutti, noi per primi, ma anche l'Europa, dovremo adottare politiche fiscali espansive per evitare il contraccolpo”.
L'appuntamento per discuterne in modo coerente sarà al G20 che si terrà ai primi di settembre in Cina, ha detto Obama parlando nella cornice del vertice “NAFTA” dei “tre leader” che si è tenuto ieri in Canada, con il Presidente messicano Nieto e quello canadese Trudeau.
Sul piano pratico oltre che simbolico, i tre leader hanno mostrato alla Gran Bretagna ( e a chi in Europa potrebbe voler seguire), i muscoli di un accordo per il mercato unico, il Nafta, che funziona. Il messaggio è anche per chi, in America, come fa ad esempio Donald Trump, mette in dubbio il multilateralismo e promette di smantellare il Nafta. Il mercato unico nordamericano in effetti ha agevolato l'interscambio ha creato una ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse e un aumento della produttività in un mercato da 489 milioni di persone.
“Mi rendo conto - ha detto ancora Obama - che ci sono persone che lavorano e non guadagnano abbastanza, mi rendo conto che la globalizzazione può diventare un capro espiatorio, ma il problema non è la globalizzazione, è piuttosto come la gestiamo e come gestimo il vero problema che affligge la classe media, l'innovazione tecnologica”.
Obama è stato duro con le scelte dell'elettorato inglese:” solo dopo ci si accorge di quel che si è lasciato indietro. Ho sentito che chi era a favore dell'uscita oggi chiede di restare sul piano commerciale aderendo ad altri aspetti dell'Unione, ma oltre ai diritti ci sono responsabilità”. L'unico auspicio di Obama è che tutto si concluda nel modo più rapido possibile, che ci sia un percorso “veloce e trasparente” per dare seguito in modo concreto all'uscita perché allungare i tempi non potrà che creare confusione per i mercati e per gli investitori.
Su un punto Obama è stato molto severo: non si prevedono accordi commerciali con la Gran Bretagna per creare un mercato unico con gli Stati Uniti d'America:” Due cose – ha detto il Presidente -, la prima è che la Gran Bretagna ha il 50% del suo interscambio in Europa e dunque dovrà preoccuparsi di capire come gestire il cambiamento per non soffrire dal punto di vista economico. Numero due: noi abbiamo già un negoziato avanzato con l'Unione Europea per creare un'aerea di libero scambio transatlantica e certo non abbiamo lo spazio per aggiungere un altro negoziato a un piatto già pieno”.
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