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«Riforme insufficienti in Germania»

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«Riforme insufficienti in Germania»

SINTRA

La Germania, «il campione della ricetta delle riforme strutturali all’interno dell’Unione europea, ha bisogno di applicare una forte dose della stessa medicina a casa propria», afferma il Fondo monetario nella sua revisione annuale dell’economia tedesca. L’Fmi sostiene che la Germania ha bisogno, oltre che di investimenti nei trasporti e nelle telecomunicazioni e di maggior concorrenza nei servizi, di affrontare urgentemente i problemi posti dall’invecchiamento della popolazione. L’insufficienza delle riforme rischia di compromettere il potenziale di crescita di lungo periodo, anche se al momento l’economia sta procedendo bene grazie al buon andamento della domanda interna che compensa la debolezza delle esportazioni.

L’Fmi prevede una crescita dell’1,7% quest’anno e dell’1,5% il prossimo, leggermente al di sotto delle stime ufficiali del Governo e della Bundesbank. Tuttavia, mentre fino a un paio di mesi fa si prospettava un possibile aumento delle previsioni, come evidenziato alla fine della missione degli economisti del Fondo in Germania, oggi le incertezze sono maggiori e potrebbe esserci un ritocco al ribasso, a seconda delle conseguenze del voto britannico per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e della sue ripercussioni sui mercati e sull’economia. Le prossime previsioni dell’Fmi saranno pubblicate con l’aggiornamento del “World Economic Outlook” attorno a metà luglio. «Per ora – sostiene il capo missione dell’Fmi per la Germania, Enrica Detragiache – è prematuro parlare di una risposta della politica economica in quanto l’impatto dello shock non è stato ancora valutato».

La crescita di medio periodo, secondo il rapporto, è destinata a declinare contro lo sfondo di un quadro globale ancora incerto, di una popolazione che sta invecchiando rapidamente (il che porterà a un calo della popolazione attiva, nonostante l’afflusso di migranti) e della lentezza dei progressi sulle riforme strutturali. In un riassunto della risposta delle autorità della Germania alle raccomandazioni avanzate lo scorso anno, il Fondo rileva che molte sono rimaste inattuate. Del resto, la stessa Bundesbank ha criticato in ripetute occasioni il Governo non solo per non aver messo in atto le riforme strutturali necessarie, ma per aver fatto marcia indietro su alcuni punti, fra cui le pensioni. Il Fondo, come la Bundesbank, chiede un innalzamento dell’età pensionabile, mentre il Governo ha agito in direzione opposta.

L’Fmi insiste inoltre sulla necessità di maggiori investimenti pubblici, cui il Governo ha risposto con limitati piani d’azione, ma tenendo fermo il pareggio di bilancio, che è ora diventato un obiettivo fino al 2020. La spesa pubblica è stata aumentata quasi solo in relazione all’accoglienza dei rifugiati.

Come altri organismi internazionali, l’istituzione di Washington punta il dito anche sull’enorme avanzo delle partite correnti tedesche, che ha raggiunto l’8,5% del prodotto interno lordo, in parte come riflesso del calo dei prezzi delle materie prime e della debolezza dell’euro. Si tratta di un altro punto sul quale Berlino ritiene che non sia necessaria alcuna azione, nonostante sia in violazione delle regole europee sugli squilibri macroeconomici eccessivi.

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