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I bond «sottozero» volano a 12mila miliardi

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Europa

I bond «sottozero» volano a 12mila miliardi

  • –Mara Monti

Milano

Le attese di misure straordinarie da parte delle Banche centrali dopo il risultato inaspettato del referendum britannico dello scorso 23 giugno continuano a spingere in territorio negativo i redimenti dei titoli governativi e corporate. Un universo sempre più vasto arrivato a toccare 11,7 mia miliardi di dollari quando soltanto un mese fa non andava oltre 1,3 mila miliardi di dollari. Sono i dati forniti da Fitch rating uno scenario che porta all’inevitabile conseguenza che chi compra oggi questi titoli e li mantiene in portafoglio fino alla scadenza, perderà parte dell’investimento.

Un universo destinato ad allargarsi ulteriormente se saranno confermati le voci di una modifica del Qe da parte della Bce favorevole ai paesi periferici.

Di fronte a questo quadro di incertezza, gli investitori hanno spostato gli investimenti verso titoli più sicuri e più liquidi, con un flight to quality che ha coinvolto le obbligazioni di tutto il mondo: ad esempio il rendimento Us Treasury a 10 anni ha toccato 1,5% mentre quello con stessa scadenza in sterline quota sotto 0,90 per cento. I titoli della Germania e del Giappone con stessa scadenza sono invece a rendimenti negativi. A giugno i prezzi dei titoli governativi a livello mondiale hanno guadagnato il 2,3%, l’incremento maggiore dal dicembre 2008 quando scoppiò la crisi Lehman secondo gli indici Bank of America, mentre i rendimenti si sono ridotti allo 0,5% dallo 0,74% a maggio.

Secondo gli analisti, il mercato attende una risposta da parte delle banche centrali a cominciare dalla Federal Reserve, dalla Bce, dalla Bank of Japan e dalla Bank of England dopo lo shock della Brexit.

I timori sono di una riduzione della crescita globale e di una probabile recessione in Gran Bretagna con ricadute sull’economia europea oltre ai segnali deboli sull’inflazione. In questo scenario, gli analisti si attendono una mossa da parte della Bank of England che potrebbe ridurre nei prossimi mesi il tasso di interesse portandolo vicino allo zero. Misure sono allo studio anche da parte della Bce che secondo le indiscrezioni rivelate la Bloomberg, starebbe valutando un ampiamento dei requisiti del programma di Quantitative easing cambiando alcuni parametri come quello che attualmente prevede acquisti siano basati sulle dimensioni del Paese, il quale potrebbe essere modificato sulla base delle dimensioni del debito. Sul fronte della Federal Reserve, invece, potrebbero allungarsi i tempi prima di fare scattare aumento dei tassi che i future indicano non prima di un anno. Con i rendimenti dei titoli di Stato europei in territorio negativo si riduce la shopping list della Bce nell’ambito del Qe: gli 80 miliardi di euro di titoli che la Bce acquista ogni mese non possono esprimere un rendimento inferiore al tasso sui depositi di Eurotower attualmente a - 0,4 per cento. Intanto sul fronte dei corporate bond, dopo giorni di completo congelamento ora il mercato si sta lentamente riprendendo ma è prevedibile che le imprese aspetteranno settembre prima di decidere quali piani di finanziamento adottare.

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