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In Austria elezioni presidenziali annullate per irregolarità. Si…

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l’estate dell’incertezza

In Austria elezioni presidenziali annullate per irregolarità. Si ri-vota a settembre

Il Presidente austriaco Heinz Fischer - Ap
Il Presidente austriaco Heinz Fischer - Ap

Tutto da rifare a Vienna tornata a essere con Londra l’epicentro di una convulsa estate europea sul fronte politico, migratorio ed economico-finanziario. Le elezioni presidenziali austriache tenutesi lo scorso 22 maggio sono state invalidate a causa di irregolarità in 14 circocrizioni elettorali. Lo ha annunciato la Corte costituzionale austriaca.

«Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato
di diritto e la nostra democrazia», ha detto a Vienna il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza con cui è stato accolto il ricorso presentato dall’Fpoe lo scorso 22 maggio. È la prima volta che viene annullato un ballottaggio in Austria. Non ci sarebbero stati brogli ma solo il mancato rispetto delle procedure elettorali come la norma che impone di aspettare i risultati del voto nei seggi prima di iniziare il conteggio dei voti per posta che arrivano due settimane prima . Molti testimoni sentiti dalla Corte in udienze pubbliche si sono difesi dicendo che in passato «si era sempre fatto così e che avevano altri lavori da svolgere». Ma ora il sentimento del Paese è cambiato. Un episodio che crea instabilità politica nel piccolo Paese alpino.

“Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto”

Gehrart Holzinger, presidente della Corte costituzionale 

Era stato il partito di estrema destra austriaco Fpoe a presentare ricorso per contestare i risultati delle urne, dove era risultato per un soffio vittorioso il verde Alexander Van Der Bellen con il 50,3% dei voti, che aveva prevalso su Norbert Hofer con il 49,7% per soli 30mila voti. Secondo il partito Fpoe ci sarebbero state gravi irregolarità in 117 distretti elettorali del Paese alpino. Il giorno dopo il voto nei seggi il candidato di estrema destra Hofer era risultato in vantaggio di 2% punti percentuali. Dopo il conteggio dei voti giunti per corrispondenza che devono essere contati solo dopo quelli nelle urne per non influenzare il voto in corso il risultato è stato completamente ribaltato. Il nuovo voto del presidente della Repubblica è previsto a settembre o ottobre.

Il candidato dei Verdi, Van der Bellen, doveva insediarsi l’8 luglio ed erano già state diramati gli inviti ufficiali per la cerimonia. Ora invece si insedierà provvisoriamente un consiglio di presidenza composto da tre rappresentati dei primi partiti in Parlamento composti dalla signora Bures (socialdemocratica), Kops (die popolari) e da Norbert Hofer stesso, il candidato dei liberal-nazionali uscito sconfitto nel ballottaggio.

Le elezioni presidenziali austriache di maggio sono state seguite con molta apprensione in tutta Europa perché c’era in rischio contagio dell’onda di estrema destra del Fpö, un partito fondato nel 1950 da ex dirigenti nazisti, verso altri Paesi europei, come Francia, Olanda e perfino la Germania con l’Afd, il partito xenofobo e anti-euro dato al 15% dei sondaggi.

A determinare il successo della destra nazionalista austriaca al primo turno delle elezioni presidenziali, tra rigurgiti populisti e paure xenofobe, erano stati soprattutto due temi: l’immigrazione (in Austria sono transitati un milione di migranti nel 2015 e ci sono state 90mila domande d'asilo, 18mila nei primi quattro mesi del 2016) e la difficile situazione economica del Paese che sta vivendo un lento, ma inesorabile declino con perdita di competitività e un abbassamento del tenore di vita, con un welfare ormai insostenibile visti i tassi demografici di una popolazione sempre più anziana.

Austria, ricorso dell'estrema destra

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