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Sulla faglia dello scontro tra le civiltà

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Asia e Oceania

Sulla faglia dello scontro tra le civiltà

  • –Vittorio Da Rold

«Anche se ci sono 8.000 chilometri tra la Tunisia e il Bangladesh la scia di sangue è la stessa», ha detto il premier Matteo Renzi parlando dell’attacco a Dacca e ricordando quando ha accolto in Italia i famigliari delle vittime della strage del Bardo a Tunisi e i genitori di Valeria Soresin uccisa al Bataclan a Parigi. Proprio così: c’è una lunga striscia di sangue che percorre l’Europa, il Mediterraneo, il Medio Oriente fino a raggiungere il delta del Gange, una faglia tra continenti che l’Isis v uole far diventare la faglia del terrore. «Volevamo uccidere gli stranieri dei “Paesi crociati” a Dacca» è scritto nella delirante rivendicazione del massacro in Bangladesh fatta dall’Isis.

Pare di essere tornati ai tempi dello “Scontro tra le civiltà”, il libro di Samuel Huntington quando lo storico Usa sulle sponde del lago di Como mi disse: «Lo scontro di civiltà dominerà la politica mondiale. Le linee di faglia tra le civiltà saranno le linee sulle quali si consumeranno gli scontri del futuro». La tesi si opponeva alle idee di Francis Fukuyama che nel libro «La fine della storia», prevedeva, dopo il collasso dell’Urss, la vittoria globale della democrazia liberale. Non è andata così e se fosse ancora fra noi il professore Huntington si prenderebbe la rivincita sull’allievo troppo ottimista.

Quando andai in Bagladesh al seguito di una visita dell’allora premier Romano Prodi al primo ministro signora Sheikh Hasina, rimasi stupito che vicino alla mia finestra dell’albergo di Dacca dove alloggiavano gli occidentali c’erano i militari con mitragliatrici spianate contro possibili attacchi. I militari non si scomposero alle mie domande: il paese era una costola del Pakistan ed era uscito da una lunga guerra civile. Tensioni religiose agitavano il paese con la più alta densità a livello mondiale (sopra gli 836 abitanti per Kmq). Era come essere in una specie di formicaio umano sempre in movimento. Nel fiume umano di risciò, biciclette, moto, autocarri di ogni forma e colore, sulle sponde del del Gange, passa la famosa faglia dello scontro tra le civiltà.

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